Trattamenti discriminatori

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina a oggi si contano quasi un 1 milione e 800mila rifugiati in fuga dalla guerra. Secondo Unhcr in Italia ne sono arrivati 14mila. Ad aggravare la situazione già disperata sono state le denunce di trattamenti discriminatori nei confronti degli stranieri residenti in Ucraina da parte delle autorità ucraine e polacche. L’organizzazione non governativa Human Rights Watch ha raccolto le testimonianze di centinaia di stranieri in Ucraina, per la maggioranza studenti internazionali.

Secondo quanto denunciato, le autorità ucraine hanno ripetutamente sbarrato la via di fuga agli stranieri africani, indiani e asiatici che cercavano di varcare il confine verso la Polonia

«La polizia è salita sul treno e mi ha tirato e spinto. Mi ha chiesto se stessi andando a Lviv o in Polonia. Ho detto Polonia e mi hanno detto di uscire» testimonia uno studente nigeriano che, insieme ad altri 20 ragazzi stranieri, è stato costretto a scendere dal treno dalle forze dell’ordine ucraine.

Alle persone verrebbe impedita la fuga sulla base delle caratteristiche fisiche, come il colore della pelle. Rugiatu Faith Maxey è una cittadina afroamericana statunitense che si trovava in Ucraina per far visita al suo fidanzato. Ha riportato il comportamento anomalo dell’autista dell’autobus sul quale stava viaggiando, il quale ha annunciato «Tutti i neri devono scendere dall’autobus». È potuta rimanere sull’autobus grazie alle proteste dei passeggeri, sia neri che ucraini: «Alla fine siamo riusciti a passare insieme agli ucraini», racconta. «Ma abbiamo davvero dovuto lottare per questo, ed è stato utile che io fossi americana perché ho potuto coinvolgere l’ambasciata».

L’Ucraina è stata a lungo una destinazione per studenti e migranti provenienti da tutto il mondo. Secondo i dati del governo, nel 2020 erano 80mila gli studenti internazionali presenti nel Paese, originari soprattutto di India, Marocco, Azerbaigian, Turkmenistan e Nigeria. Questi studenti ora si trovano in una situazione disperata, alla ricerca di una via di uscita da una zona di guerra.

L’Unione africana e le Nazioni unite preoccupate per i trattamenti discriminatori in Ucraina

Il 28 febbraio l’Unione africana ha rilasciato una dichiarazione in cui si esprime preoccupazione e turbamento per le discriminazioni nei confronti dei cittadini africani in fuga dal conflitto in Ucraina. L’Unione africana definisce il diverso trattamento dei cittadini africani “scandalosamente razzista e in violazione della legge internazionali per i rifugiati”.

Il 3 marzo anche le Nazioni unite hanno ammesso i trattamenti discriminatori nei confronti delle persone nere e straniere al confine polacco. L’Onu dichiara:

Diverse denunce individuali e dei media riportano che la gestione di treni, autobus, così come i confini stessi, mira a negare o ritardare la libertà di movimento alle persone di origine africana fino a che tutti i migranti bianchi e richiedenti asilo non siano già stati salvati. Altri hanno indicato misure in corso per costringere le persone di origine africana alla fine delle code [di persone in fuga che si formano ai confini]

Le dichiarazioni dei ministri degli Esteri nigeriano e ucraino

Il primo marzo il ministro degli Esteri nigeriano Onyeama ha dichiarato di aver contattato le autorità ucraine e polacche per la necessità di garantire ai nigeriani in Ucraina di attraversare il confine. Il ministro ucraino Kuleba ha dichiarato che «Gli africani che cercano l’evacuazione sono nostri amici e hanno bisogno di pari opportunità per tornare al loro Paese in sicurezza. Il Governo ucraino non risparmia alcuno sforzo per risolvere il problema». Ha inoltre aggiunto che l’Ucraina è consapevole dei problemi alla frontiera e che sta prendendo provvedimenti per garantire ai residenti stranieri di lasciare il Paese. Per questo scopo è stata inaugurata una linea telefonica d’emergenza per gli studenti stranieri che vogliono lasciare l’Ucraina.

Una nuova coalizione internazionale di avvocati contro il razzismo

A causa delle numerose denunce di segregazione, razzismo e abusi in Ucraina, come l’allontanamento forzato di donne e bambini neri dai treni per la Polonia, una coalizione internazionale di attivisti e avvocati per i diritti umani ha annunciato mercoledì di aver presentato un appello alle Nazioni Unite per conto dei rifugiati africani che subiscono discriminazioni razziali in Ucraina e Polonia. L’avvocato per i diritti civili Jasmine Rand, rappresentante della famiglia di George Floyd e membro della coalizione, ha dichiarato alla stampa:

I rifugiati stranieri in Ucraina affrontano una guerra causata dalla Russia e una seconda guerra provocata dal razzismo a causa del colore della loro pelle. Siamo qui oggi perché Black Lives Matter vale sia in tempi di guerra che in tempi di pace

Le dichiarazioni dell’India e il silenzio dell’Ue

Durante la sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, il rappresentante permanente indiano alle Nazioni Unite ha dichiarato: «Chiediamo un passaggio sicuro e ininterrotto per tutti i cittadini indiani, compresi i nostri studenti, in particolare da Kharkiv e altre zone di conflitto».

In tutto questo, è assordante il silenzio dell’Unione europea che non ha fatto alcuna dichiarazione rispetto ai gravi trattamenti discriminatori compiuti sul suo territorio. Human Rights Watch insiste sulla necessità da parte della Commissione europea di chiarire alle autorità ucraine che tutti i cittadini non ucraini hanno diritto di accesso ai territori dell’Ue per beneficiare di protezione temporanea, anche per il passaggio sicuro o il rimpatrio nei loro Paesi di origine.