Korczowa, segnatevi il nome di questa cittadina polacca, nemmeno mille abitanti sul confine con l’Ucraina. In un ex centro commerciale trasformato in rifugio per i profughi in fuga dalla guerra, ci sono soprattutto donne e bambini a volte molto piccoli. Nei corridoi di quello che fu uno scintillante mall ci sono oltre duemila brandine da campo. Come si vede dai video inediti che pubblichiamo.

I fili stesi tra le pareti, con appese coperte, talvolta quelle termiche oro e argento, sono il misero tentativo di avere un po’ di privacy.

Gli uomini sono rimasti in Ucraina a combattere.

I bambini e la guerra

Ma qui nemmeno i bambini sono indenni alla guerra. E sui muri del ricovero, nello spazio a loro dedicato, disegnano carri armati e scrivono «boom, boom», il rumore dei missili e delle bombe. Non è un gioco, è la guerra.

Dall’inizio dell’invasione dell’esercito di Vladimir Putin, i profughi in fuga verso l’Europa sono diventati oltre 1 milione e 700 mila, più di 100 mila al giorno.

Secondo l’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati Filippo Grandi siamo di fronte alla «crisi di profughi più veloce in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale»

Secondo la Ue ci si deve aspettare fino a 5 milioni di profughi in poche settimane, mentre oltre 10 milioni di ucraini hanno abbandonato le loro case per sfuggire all’avanzata, lenta ma inesorabile, dei carri armati sovietici. Si scappa verso la Polonia e la Romania, percorrendo insicuri corridoi umanitari. Altri corridoi offerti da Russia e dalla Bielorussia di Aljaksandr Lukašėnka assai vicno a Vladimir Putin, non piacciono agli ucraini in fuga che puntano all’Europa e spesso al ricongiungimento coi loro famigliari da tempo in Occidente.

Rifugiati a tempo

La Ue, con una unità che ha superato anche le posizioni più restie dei Paesi del Blocco di Visegrad, ha garantito agli ucraini lo status di rifugiati temporanei per un anno, automaticamente rinnovabile per altri 12 mesi, basta la sola esibizione del passaporto. Un provvedimento adottato dalla Ue sulla base della Direttiva 55 del 2001, nata a seguito della guerra in Kosovo, e mai applicata fino ad ora. Anzi, nel 2015 venne respinta da alcuni Paesi membri nei confronti dei profughi siriani e poi ancora nel 2021 per i rifugiati afghani.

In Italia i profughi ucraini arrivati sono quasi 20 mila, l’ultimo dato certo risale a domenica quando erano 14 mila 237, dei quali più di un terzo, 5 mila 762, minorenni. Non esistono quote per ora. Nè in Europa, ci si affida alla buona volontà dei singoli Paesi, né in Italia, molto sta facendo il volontariato, dove i Governatori sono stati nominati Commissari all’emergenza. In Friuli Venezia Giulia, la regione di confine con l’Est Europa dove si sono registrati i primi arrivi, ai profughi adulti oltre a un alloggio, vestiti e cibo, vengono dati 28 euro al giorno come pocket money.

Profughi e Covid-19

Ai minori è concessa l’ammissione scolastica mentre il generale Francesco Paolo Figliuolo, fino al 31 marzo Commissario per la Pandemia, ha dato indicazioni alle Regioni di allargare la campagna vaccinale ai profughi. In Ucraina solo il 35% della popolazione è vaccinato, secondo gli ultimi dati Oms. Per i profughi rimasti feriti durante la fuga o con patologie pregresse, sono già stati approntati 1300 posti letto nei nostri ospedali. Ma nessuno oggi sa quanto ancora duri la guerra né quanti profughi potranno arrivare in Europa e in Italia dove, prima del conflitto, vivevano già 248 mila ucraini. Ma quella che ci si aspetta è una marea umana senza precedenti, in marcia verso i confini della Polonia e della Romania, anche verso il centro profughi di Korczowa dove i bambini disegnano la guerra e fanno «boom» con la bocca, anche per i loro coetanei che sono morti.

 

Foto: Flickr/UN Women and Central Asia