Donna, vita, libertà: è lo slogan che da settembre 2022 sta facendo il giro del mondo. I primi – ma non è così come vedremo tra poco – sono stati i giovani e soprattutto le giovani donne iraniane scese in piazza dopo l’uccisione di Mahsa Amini da parte della Polizia Morale di Teheran, perché portava il velo non correttamente, lasciando libera una ciocca di capelli. Il dilagare della protesta è stato raccontato dai media di tutto il mondo principalmente come una rivendicazione femminista. Ma non è così, non solo così, come ci racconta Rassa Ghaffari, in questo Strade di donne in Iran pubblicato da Astarte Editore. Rassa Ghaffari racconta tutto quello che non appare in Occidente di questa rivolta che ha radici lontane, dal febbraio 1979, 45 anni fa, con il ritorno nel Paese dall’esilio dell’ayatollah Khomeini e con l’instaurazione della Repubblica Islamica. A scendere in piazza dal settembre 2022, ma pure prima, saranno allora non solo le donne, ma chi chiede maggiori diritti, una società che sia economicamente e socialmente inclusiva. Non mancano le proteste di chi chiede il riconoscimento della propria identità nazionale, come il popolo curdo. E allora non si può non ricordare che la prima a gridare Donna, vita, libertà, fu Homa Darabi quando si diede fuoco in piazza a Teheran, dopo che le venne impedito di esercitare la professione medica in quanto donna, due volte messa nel mirino dalle autorità religiose per essersi opposta all’obbligo di indossare il velo. E non si può dimenticare che Mahsa Amini si chiamava in realtà Jina Amini, con il suo vero nome curdo. Né che le sue amiche che rilanceranno il grido Donna, vita, libertà, curde pure loro, si ispirarono agli scritti di Abdullah Öcalan, il leader curdo del PPK da anni detenuto in isolamento in Turchia, il primo in tempi recenti a rispolverare questo slogan. E dunque, la rappresentazione dei media delle donne iraniane, anonime figure avvolte in lunghi drappi neri o ragazze iper-truccate con i capelli al vento, è spesso appiattita in una narrazione bipolare che tende a ridurre la complessità e dinamicità alla battaglia contro il velo obbligatorio. Dalle prime, oceaniche manifestazioni contro l’abrogazione dei diritti femminili nel 1979 al movimento “Donna Vita Libertà” del 2022, generazioni di iraniane hanno portato avanti con creatività e resilienza le proprie istanze di emancipazione e battaglie sociali. Una lotta intersezionale, come le più recenti proteste insegnano, per la crescita e l’affrancamento della società intera.
Rassa Ghaffari nasce a Genova e trascorre la sua vita a cavallo tra l’Italia e l’Iran, di cui entrambi i genitori sono originari. Dopo la laurea triennale in Studi Internazionali a Bologna si specializza a Pavia in Studi dell’Africa e dell’Asia e decide di dedicare la sua carriera accademica alla Repubblica Islamica dell’Iran, dove studia, lavora e vive oltre un anno per il dottorato in Sociologia conseguito all’Università di Milano-Bicocca. Dal 2023 lavora all’Università di Genova nell’ambito di un progetto europeo su migrazioni irregolari, confini e pratiche di solidarietà. Fabio Poletti

Rassa Ghaffari
Strade di donne in Iran
Generi, generazioni, proteste
2023 Astarte Editore
pagine 262 euro 16