Editoriale NuoveRadici.world

In queste ore di terrore dopo l’attentato a Strasburgo, ci si interroga di nuovo sui profili dei giovani islamisti nati e cresciuti in Europa e su come difendersi da quelle che paiono o, meglio, vengono rappresentate come schegge impazzite. Anche se l’Italia è relativamente più sicura per il numero minore di islamisti radicalizzati, che favorisce il monitoraggio, le variabili indipendenti sono molte. Soprattutto perché gli attentatori spesso alle spalle hanno il carcere e una vita di espedienti. E guai a cedere alla consolazione della mancata integrazione. Della serie, se noi riservassimo un’attenzione maggiore ai giovani di seconda generazione, sarebbe più facile prevenire la radicalizzazione che avviene attraverso un indottrinamento rapido e dozzinale. Ho sempre in mente la storia di un ragazzo tunisino che stava partendo per la Siria qualche anno fa per raggiungere lo Stato Islamico ed è stato bloccato, anzi salvato, dai genitori. Ma poi, senza essere affiancato, come si si dice in gergo “deradicalizzato”, cosa sarà accaduto nella sua testa? Il tarlo della guerra all’infedele non scompare come una brutta influenza. Chi si realizza si integra più facilmente, ovvio, ma in passato ci sono stati anche molti casi di aspiranti mujaheddin partiti per la Siria nonostante avessero vite apparentemente felici.

Nascono nuove aggregazioni e associazioni gestite dalle nuove generazioni

Quando abbiamo cominciato a scavare per capire meglio l’integrazione (che non si limita ai centri di accoglienza) con una testata online dedicata, abbiamo capito che fare solo gli osservatori può essere limitante. Perché nel nostro Paese sta crescendo un nuovo associazionismo, creato proprio dalle nuove generazioni di italiani che intrecciano nuove radici in circuiti aperti in cui si creano connessioni e sinergie anche coi giovani che possiamo definire per comodità “vecchi italiani”. Infatti non passa giorno che non nasca un nuovo gruppo sui social, un’associazione, una piattaforma artistica, un laboratorio per discutere della propria identità e di progetti innovativi. Giovani che dimostrano un attaccamento quasi morboso all’Italia dove sono nati e cresciuti. NuoveRadici.World vorrebbe essere anche un ponte per renderli più visibili.

Il film egiziano Hepta, i sette stadi d’amore che arriva nelle sale italiane grazie all’intraprendenza di un giovane egiziano, Mohamed Ibrahim

Quando Mohamed Ibrahim è arrivato in Italia dal Cairo più di dieci anni fa per visitare i suoi fratelli, era uno studente universitario di informatica e doveva restare solo per un periodo. E invece la sua intraprendenza, passo dopo passo, lo ha portato alla sua passione innata per il cinema. E a fondare una società di distribuzione cinematografica, Il Nero Distribution. E a portare nella sale di Milano e Roma il film Hepta,sette stadi d’amore che in Egitto ha avuto molto successo nel 2016.

Lo scrittore Nicola Gardini riflette su immigrazione, razzismo e ruolo degli intellettuali. Ossia il tentativo di contrastare una narrazione che riduce tutto alla paura  

Intervistato da Fabio Poletti, Nicola Gardini, scrittore e docente a Oxford, osserva: «Gli intellettuali parlano tra loro, purtroppo. Il modo più semplice, forse, per uscire dall’isolamento è questo: parlare nelle scuole. Questo è il tempo in cui il teatro ideale degli intellettuali è la scuola elementare».

Oltre la propaganda, le implicazioni (non vincolanti) del Global Compact sull’immigrazione

Il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (GCM) è stato adottato dai rappresentanti di circa 160 Paesi dell’Onu. L’Italia è nel gruppo degli Stati – tra gli altri, Stati Uniti, Paesi del blocco di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), Australia, Austria, Repubblica Dominicana, Ungheria, Lettonia e Svizzera – che non hanno firmato il patto o che hanno sospeso la decisione. La giurista Vitalba Azzollini spiega le implicazioni.

Nuove generazioni ed elezioni europee

Quindici ragazzi afroeuropei tra i diciotto ed i trent’anni provenienti dal Belgio e dalla Francia e originari di diversi Paesi africani sono stati selezionati per partecipare all’iniziativa Diaspora Vote e sensibilizzarli al voto in vista delle europee. Costanza de Toma li ha incontrati a Bruxelles.