È stato un dialogo corale quello fra la poetessa Vivian Lamarque, autrice della favola Storia con mare cielo e paura (Salani editore) , e i bambini della Scuola della Pace, sul dramma dei naufragi. Gli allievi con origini straniere della Scuola della Pace della comunità milanese di Sant’Egidio hanno letto il libro e realizzato dei brevi video con le loro riflessioni su temi cruciali: il viaggio, la solitudine, la nostalgia e, soprattutto, l’accoglienza.
L’incontro che si è tenuto il 23 ottobre nella sede della comunità di Sant’Egidio è stata la prima tappa milanese del Festival della migrazione. L’idea di fondo del Festival è stata quella di contribuire al dibattito pubblico sul tema migratorio in modo da non lasciare la discussione solo ad attori sociali o forze politiche che hanno obiettivi specifici (o di parte) ma non sono direttamente coinvolti nel processo delle migrazioni, cercando di raccontare e approfondire un tema dirimente attraverso molteplici sguardi e linguaggi diversi.
I sorrisi sono dottori
Mi hanno dato un sorriso, e sembrava poco, ma per me è stato tutto, ha raccontato Mohamed Fofana, perché ho smesso di sentirmi invisibile
Chi ha inventato la guerra ?
Quando ero in Siria era normale tornare a casa e trovare i miei genitori che mi chiedevano se avevo fame. Anche le cose che all’inizio mi davano fastidio, ora mi mancano. Ma non posso tornare: so che perderei la forza di guardare avanti, ha detto
La sua testimonianza è stata accolta dagli applausi dei bambini che conoscono bene Bana perché lei è una delle educatrici della Scuola della Pace. La poetessa Vivian Lamarque le ha voluto dedicare un passaggio del suo libro:
Alla scuola della pace, non importa chi sei, sei già nostro amico
La favola di Vivian Lamarque racconta di due bambini che a un certo punto ne accolgono una terza, di cui non sanno niente.
L’accoglienza per me è creare una nuova casa con l’ascolto, il rispetto e anche l’umanità ha sottolineato Ibrahima Ndiaye, attore senegalese arrivato in Italia nel 2022. Ibrahima ha raccontato come il supporto e l’umanità ricevuti nella comunità di Sant’Egidio siano stati per lui di ispirazione per fare lo stesso con gli altri. Lui ora è diventato mediatore linguistico, allo sportello per i richiedenti asilo


