Due donne sul palco. Una dirige un giornale femminile di pregio ma non ha bisogno di truccarsi, mettersi tacchi 12, usare immagini ritoccate o strafare per affermarsi. E sorride davanti alla vitalità di un’altra donna che a 30 anni ha schiacciato così tante vittorie che levati. Il dialogo fra Manuela Ravasio, direttrice di Elle Italia, e la pallavolista Myriam Sylla all’Università Cattolica di Milano dove si è tenuto il forum NEXT di Elle Active! dedicato alle donne attive, al lavoro, all’empowerment femminile trasmette la forza gentile di una rivoluzione normale. Quella delle protagoniste che fanno continue giravolte semplicemente perché credono in sé stesse. Senza aver bisogno di “megafonare” ogni traguardo nel loro percorso di evoluzione e maggiore libertà. Myriam Sylla, per chi (ma chi?) non avesse seguito l’epopea dei Giochi Olimpici di Parigi nell’agosto del 2024, è la schiacciatrice carismatica della Nazionale femminile di pallavolo che, guidata dalla mente creativa di Julio Velasco, ha portato a casa un oro che ci ha fatto sognare. Un trionfo che si è ripetuto anche nel 2025 quando le ragazze del volley italiano hanno messo in valigia anche l’oro del campionato del mondo, prima di rientrare dalla Thailandia.

 

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Di lei hanno detto tante cose liriche tipo che è figlia del sacrificio, sorella del sorriso, leader con l’anima in mano e il cuore capace di esplodere oltre la rete come una delle sue schiacciate. Energia pura. Regina alata e altre cose molto auliche. E hanno detto anche cose sgradevoli e “rozziste” legate al suo background migratorio, ça va sans dire. Ma sul palco di Elle Active! il dialogo/intervista con Manuela Ravasio non è mai scivolato su domande scontate e banali, della serie ti senti più italiana o più ivoriana, anche perché lei è nata a Palermo, è cresciuta in Lombardia ed ora gioca in Turchia col club Galatasaray. E quindi è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già, come cantava quel gigante di Francesco Guccini. Mi è piaciuto sentirla parlare della leadership come una questione complessa, da maneggiare con cura della salute mentale che non deve essere un tabù e riderci anche su. Una responsabilità che lei non vorrebbe avere nei giorni no per non trasmettere vibrazioni negative a chi la circonda, gioca e vive con lei. Bello, brava, applausi.

Alla domanda su chi l’abbia ispirata, ha parlato del magico Julio Velasco che alla finale del campionato ha detto alla squadra che non sarebbe stata la loro partita della vita.

Ho pensato ha ragione, cioè basta fare normale, fare normale vuol dire che stai facendo bene perché non serve strafare, devi fare con quello che hai. E questa cosa mi ha svoltato, ha risposto la Sylla con un eloquio concitato e un po’ buffo

E poi l’ex capitana ha detto questa cosa che mi ha ispirato. E cioè che le fa strano essere un esempio per tante persone. E alla domanda della Ravasio “Ma pensi che ti farà sempre strano o ti abituerai?”, lei ha replicato: “No, penso che mi farà sempre strano perché io non mi considero qualcuno da imitare, cioè non so come spiegarti. Io mi vedo come una persona normalissima, capito? Quindi sapere che altre persone normali come me vogliano tipo imitare o fare qualcosa di simile a me fa strano e mi farà strano sempre”. E non importa che lei abbia preso tutte quelle medaglie, tre ori in due anni, e sia Cavaliere Ordine al merito della Repubblica italiana. Lei si sente normale, una che cade e si rialza, una a cui piace vincere ma sa bene che saranno più le volte che si troverà con culo per terra che sul podio.

 

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Myriam Sylla mi ha regalato il termine che cercavo per commentare, raccontare le nostre storie sulle nuove generazioni con background migratorio perché nel mondo iperconnesso, fa davvero strano dover spiegare ancora a qualcuno che la diversità sia una cosa normale, che può arricchire certo, ma in modo normale. Che si può essere leader e volto dell’italianità anche se si ha la pelle nera perché anche questo è normale. E infatti nessuno, a cominciare da chi la intervistava, ha sentito il bisogno di ricordarglielo altrimenti sarebbe stato davvero strano.

Poi succede che si debba parlare anche della discriminazione. In una precedente intervista ha dichiarato che segue su TikTok persone della sua generazione “che ancora non hanno il passaporto italiano e questo mi fa uscire di testa. Non esiste che nel 2024 ci siano ragazzini e ragazzine che non possano completare la propria identità. Sono nati qui, cresciuti qui, mangiano e parlano italiano, eppure viene detto loro: ‘Eh no, siete nigeriani’. Magari non sanno niente del Paese di origine dei loro genitori, o magari sì… Ma chi se ne frega”, ha raccontato a Vogue. Tornando al Forum NEXT di Elle Active!, ho ascoltato altre testimonianze di donne leader che portano avanti una rivoluzione normale per passione, talento, capacità e fame di futuro. E per citare la Sylla non fa per niente strano perché il potere delle ragazze è una rivoluzione gentile quanto normale. Siamo solo donne attive che si danno da fare e talvolta spacchiamo. E ci sta.

 

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