Grande è bello non sempre è vero. Almeno nel settore delle imprese dove, ad esempio, le Big Tech dettano le regole del mercato e si fanno legge, piegando pure le democrazie al loro volere. In un momento di crisi del sistema produttivo e della politica, specie in Europa, in piena crisi di identità e di rappresentanza, è lecito chiedersi dove stiamo andando e se ci sono gli anticorpi di sistema per un reale pluralismo anche di impresa. Un’analisi fattuale sui rapporti tra impresa, politica, e libertà anche individuali, la fanno Stefano Binda e Matteo Reale, in questo Una questione di libertà, pubblicato da Guerini e Associati. Stefano Binda è il segretario di CNA Lombardia. Matteo Reale affianca le aziende in progetti legati alla strategia d’impresa e al marketing, con attenzione ai nuovi modelli d’impresa responsabile e all’etica d’impresa. È presidente di CNA Milano e di ECIPA, ente di formazione di CNA Lombardia. In copertina del loro libro è rappresentata la Statua della libertà, legata e priva di fiaccola. Il trumpismo aggressvo dei dazi e delle multinazionali non solo strangola il mercato, ma ci costringe a riflettere sulla tenuta dei valori democratci e sulla libertà. Quando il presidente Mattarella parla di “democrazia a bassa intensità”, guardando con preoccupazione all’astensionismo elettorale sempre più crescente, ci mette in guardia anche dai pericoli che si possono ingenerare con una sensazione di inadeguatezza delle classi dirigenti. Lo scontro in campo aperto tra politica e mercato, non sembra promettere nulla di buono per noi cittadini. Secondo gli autori di questo libro un ruolo cruciale, oggi e nei prossimi anni, lo giocano i corpi intermedi che devono servire da cuscinetto e collegamento tra amministrazione e politica. L’analisi di Stefano Binda e Matteo Reale si sofferma in particolare sull’asse Milano, Bologna e Venezia, dove si produce il 40% del Pil nazionale. Un faro, nell’estratto del libro che riproduciamo più sotto, viene acceso su Milano capitale del terziario che deve diventare secondo molti analisti pure lo snodo di tutte le politiche e le realtà produttive legate all’Intelligenza Artificiale. Scrive nella prefazione al libro Francesco Samorè, studioso della struttura dell’economia e segretario generale della fondazione Giannino Bassetti: «Nell’epoca del «governo del tutto», della sorveglianza resa capillare dal digitale, dal tracciamento e dai social, la libertà del singolo è insieme limite e fondamento del dovere del civis, e sulla libertà di tutti si ordina la libertà di ciascuno. Cosicché – è l’auspicio dei nostri due autori/attori della rappresentanza d’interessi – nel rapporto tra persone, ceti, imprese, istituzioni e territori, i corpi intermedi si facciano
portatori di un messaggio riformista storicamente ed eticamente fondato:
“La libertà è il fine di tutto, e il miglior modo per custodire l’energia e la propensione delle imprese è tutelare le residue capacità di auto-governo (anche fiscale) dei territori su cui si collocano; è far valere e dare forza alle cose che accadono per e nelle loro comunità”». Fabio Poletti

Stefano Binda Matteo Reale
Una questione di libertà
Poteri, imprese e territori nel cuore dell’Europa
prefazione di Francesco Samorè
2025 Guerini e Associati
pagine 168 euro 18,53
Per gentile concessione degli autori Stefano Binda e Matteo Reale e dell’editore Guerini e Associati pubblichiamo un estratto dal libro Una questione di libertà
Zone speciali per l’Intelligenza Artificiale
Facciamo nostra una proposta del professore della Bocconi Carnevale Maffè: con il suo ruolo di hub economico, tecnologico e culturale, Milano deve ambire a diventare una Zona Economica Speciale dedicata all’Intelligenza Artificiale, un’area in cui la sperimentazione e lo sviluppo di tecnologie avanzate siano incentivati da un approccio regolatorio e fiscale radicalmente più flessibile. Un’area, però, in cui la sperimentazione e lo sviluppo di tecnologie avanzate siano dedicati alla verticalizzazione della tecnologia. Non serve un IA uguale per tutti e genericamente indistinta, inevitabilmente legata a pochi player legati tra loro da un patto di non concorrenza, ma strumenti agili e personalizzati sulle esigenze dei singoli comparti produttivi e costruiti per formare insieme competenze tecnico-scientifiche e umanistiche.
Gli algoritmi all’interno dei modelli base, normalmente utilizzati e facilmente disponibili non sono stati progettati e addestrati sulle problematiche particolari delle micro, piccole e medie aziende che lavorano e producono in migliaia di ambiti e specializzazioni del sistema produttivo italiano ed europeo. I grandi player di mercato operano necessariamente su mercati orizzontali, non operano e anche non conoscono i mercati di nicchia troppo piccoli rispetto ai numeri (decine o centinaia di milioni) di utenti che sostengono e rendono economiche le loro infrastrutture. Ciò significa che i modelli esistenti, se applicati a problemi specifici come, solo per fare degli esempi, la produzione di un componente di titanio per uso odontotecnico o di micro-logistica per le consegne del fresco in Lombardia, possono fallire fornendo risposte sbagliate o inutilizzabili.
Allo stesso tempo le tecnologie e le infrastrutture sviluppate per i modelli di base di IA sono comunque disponibili.
Le aziende leader nel settore IT stanno sviluppando applicazioni di tanti tipi e in svariati settori; il mercato è in mo-vimento, più è ristretta la nicchia di mercato più si richiedono competenze specifiche e, potenzialmente, salgono i costi per le singole aziende che necessitano di applicazioni IA particolari e specializzate. Per l’utilizzo nell’ambito delle micro, piccole e media aziende dei sistemi basati sull’IA il primo passo è che l’imprenditore riesca a orientarsi, tramite corsi o webinar e comprendere come utilizzare questi sistemi nella propria azienda.
Tuttavia, successivamente ad avere compreso dove e come applicare i sistemi IA, le micro e piccole aziende si possono trovare nella situazione di avere sì le massime com- petenze specifiche nel loro segmento di mercato, quindi di essere in grado di fornirle agli sviluppatori dei sistemi IA per guidarli nella parametrazione dei modelli, ma di non avere le corrette competenze per scegliere la soluzione IA più adatta alle esigenze, di avere scarsità di dati necessari all’addestramento (quando invece più dati sono disponibili più il sistema sarà efficace) e infine non avere le risorse necessarie a implementare e mantenere la giusta applicazione per le proprie esigenze.
La frammentazione dei mercati nazionali e la piccola dimensione aziendale giocano un ruolo sfavorevole in questi casi, dove i fattori dimensionali e di scala facilitano i grandi gruppi o le grandi aziende nella ricerca e messa a punto delle soluzioni. Si rischia quindi di penalizzare le aziende dimensionalmente più piccole che non possono o hanno difficoltà ad accedere ai servizi degli operatori più qualificati per ragioni sia finanziarie sia di competenze oppure semplicemente perché operano in mercati troppo di nicchia o considerati poco remunerativi. La soluzione a questa problematica è quella di fare sinergia tra aziende con necessità simili o inserite in filiere organizzate in modo da sviluppare soluzioni al contempo specialistiche, addestrate su una più ampia base di dati con gli algoritmi e i modelli più funzionali alle problematiche. L’organizzazione delle necessità consente anche alle aziende fornitrici di soluzioni IA nazionali di svolgere il loro ruolo di localizzare e personalizzare le tecnologie IA, proponendo e realizzando le applicazioni verticali in sincronia e collaborazione con i grandi player internazionali.
La IA ha la capacità di analizzare in tempo reale i dati provenienti da diverse fonti e basi di dati, il che permette di anticipare le esigenze dei clienti/fornitori, di identificare inefficienze e proporre in tempo reale miglioramenti proattivi e adattivi. Tornando all’esempio relativo alla logistica nelle piccole aziende, una applicazione di IA può per esempio ottimizzare la gestione dei magazzini prevedendo gli ordini dei clienti e le consegne dei fornitori, ottimizzare i percorsi, i trasporti e le spedizioni analizzando fattori, come le destinazioni di consegna, il traffico, chiusure stradali, incidenti, il consumo di carburante, può generare i percorsi più efficienti riducendo le distanze, le ore di guida, i costi e le emissioni di carbonio, tutto in tempo reale e in modo adattivo; ma per fare questo si richiedono, oltre all’applicazione software, dati, informazioni, connessioni sul territorio e valori parametrici specifici.
È difficile e costoso per una singola piccola azienda implementare e alimentare da sola un sistema così articolato. In questa prospettiva le associazioni di categoria che conoscono ed hanno esperienza dei vari settori produttivi, sono chiamate a svolgere il ruolo di accompagnamento delle aziende informando, istruendo e coadiuvando l’organizzazione e lo sviluppo di specifiche applicazioni settoriali basate sulla messa a punto di nuovi modelli o sull’addestramento specifico dei modelli più funzionali allo scopo fornendo, se necessario, anche il coordinamento tra la micro e piccola azienda e i fornitori dei servizi di IA.
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