Salvini torna a citofonare ma è un atto di disperazione. Non potendo andare avanti, Matteo Salvini torna indietro al suo vecchio slogan contro i migranti #primaglitaliani. Lo fa per uscire dall’angolo in cui si trova. Attenzione, vedo molti opinionisti che lo hanno già nominato ministro dell’Interno del governo che uscirà dalle urne il 25 settembre. Eppure il suo mandato al Viminale è stato fallimentare anche agli occhi di tanti sovranisti e giustizialisti. Salvini torna a citofonare ma è un atto di disperazione perché l’Italia dal 2018 è cambiata profondamente e l’unico campo largo che esiste nel nostro Paese è quello del network sui diritti. Certo, il leader della Lega può strillare di nuovo “tolleranza zero sui falsi profughi”, può fare un po’ di Papeete sulla pelle dei migranti ammassati nell’hotspot di Lampedusa ma dovrà fare i conti con la realtà. I porti chiusi non sono stati mai chiusi davvero, le sue azioni ostili verso le ong nel Mediterraneo lo hanno portato a dei procedimenti giudiziari e i rimpatri sono stati fallimentari per qualunque titolare del Viminale.
Amici Lampedusani, dopo il fallimento del lavoro della Lamorgese, il prossimo ministro bloccherà questi arrivi ormai ingestibili, proprio come aveva fatto la Lega quando era al Viminale.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 25, 2022
Siamo sicuri che gli italiani siano disposti a farsi trascinare di nuovo dall’astio contro i migranti, ad ascoltare una vecchia canzone stonata? Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina chiedono certezze ma sul fronte del lavoro. A preoccuparli è la crisi, il precariato dei loro figli, il salario basso, non i migranti. Potrei sbagliarmi poiché viviamo in un Paese con la memoria corta ma il contesto sociale è radicalmente mutato. O meglio è stato segnato dalla sofferenza e da ulteriori diseguaglianze sociali. Non possiamo più permetterci di dare credito alle gag da bar, come si diceva una volta.
Lui può spararle grosse anche se lo slogan #primaglitaliani è invecchiato. Nonostante i paletti imposti dalla legge, dal 2011 ad oggi 400mila minorenni con genitori di origini straniere hanno ottenuto la cittadinanza. E quasi tutti ormai, indipendentemente dal credo politico, quando dicono “le nuove generazioni” non pensano a una distinzione fra chi ha un background migratorio e chi non
Salvini torna a citofonare ma è un atto disperazione
Il suo flash mob elettorale del gennaio del 2020, quando ha suonato al citofono di un minorenne di origini tunisine a Bologna per chiedere «Scusi, lei spaccia?», è stato un boomerang. E dopo la batosta alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, la sagace battuta di Enrico Mentana Piange il citofono è diventata virale. L’eterno problema di Lampedusa- un drammatico esempio di pessima accoglienza- non riporterà le persone ad attaccarsi al mantra contro gli sbarchi. Non dopo una pandemia e una guerra che mette a rischio il futuro dell’Europa. Il suo di sbarco a Lampedusa, il 4 agosto, farà un po’ di rumore ma non smuoverà gli elettori passivi che hanno rinunciato alle urne per rassegnazione. E va bene che nel Belpaese si sta sempre come nel Giorno della marmotta, ma in questo caso sarebbe come tornare indietro di un’era geologica.
Perciò la cinica idea di Matteo Salvini di inseguire di nuovo i migranti- 37mila quelli sbarcati fino ad oggi nel 2022-mi pare un atto disperato. Come quelle diete per perdere peso velocemente, per capirci
Ps1. L’editoriale si prende una pausa dal caldo torrido e ritorna il 25 agosto. Buone vacanze !