Ciao a tutti e a tutte, questo è l’ editoriale di NuoveRadiciWorld e oggi ho deciso di affidarlo a un’ospite speciale: Lala Hu, docente e ricercatrice di marketing all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autrice nel 2020 del suo primo libro di narrativa, Semi di tè, che ha partecipato al nostro workshop sulla Diversity leadership nella letteratura alla Scuola Holden. Sinoitaliana, ci racconta lo spettacolo dell’attore Shi Yang Shi Love me tender, dedicato alla dipendenza sessuale, tornato in teatro nel mese del Pride.
Il ritorno a teatro di Shi Yang Shi con Love me Tender di Lala Hu
Condivido con le lettrici e i lettori di NRW alcune riflessioni sullo spettacolo teatrale dell’attore sinoitaliano Shi Yang Shi che rappresenta un interessante sviluppo per la produzione culturale degli artisti e autori italiani con background migratorio, realtà di cui anch’io faccio parte.
La scorsa settimana, dal 12 al 16 giugno, ha debuttato al teatro Elfo Puccini Love me tender: lo spettacolo teatrale di Renata Ciaravino e di Shi Yang Shi dedicato al tema della dipendenza affettiva e sessuale. Sold-out per tutte le cinque le serate, la regia è stata firmata da Marcela Serli, mentre i costumi sono di Angelo ‘Yezael’ Cruciani, marito di Shi Yang Shi.
@Laila Pozzo
Messo in scena nel mese del Pride, la pièce segna il ritorno a teatro dell’artista poliedrico di Shi Yang Shi. Non solo attore di teatro e cinema, è anche scrittore e interprete simultaneo, da sempre attivo sul tema dei diritti delle minoranze in Italia.
A distanza di sei anni dal suo primo spettacolo teatrale autobiografico, Arle-Chino, l’attore sinoitaliano torna in scena con uno spettacolo interessante nel panorama teatrale e culturale soprattutto per due ragioni. Innanzitutto viene trattato il tema della dipendenza sessuale tra la popolazione MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale). Il secondo elemento di novità è l’assenza del tema dell’immigrazione dalla narrazione. Questo aspetto testimonia un’evoluzione della produzione culturale degli artisti con background migratorio in Italia, che è invece tradizionalmente legata alle tematiche identitarie.
In Love me Tender, Shi Yang Shi indaga in maniera cruda ma allo stesso tempo delicata sulle origini della dipendenza sessuale, l’abisso di dolore in cui ti può trascinare e infine il percorso – non semplice ma necessario – di consapevolezza. Accompagnato sul palco da Marco Ottolini, Shi Yang Shi interpreta Marco Hu, un ragazzo sinoitaliano aspirante ballerino che, sullo sfondo di una Milano degli anni Novanta, attraversa in solitudine il processo di crescita e scoperta del proprio orientamento sessuale. In età adulta, Marco cerca di colmare il vuoto affettivo attraverso il sesso, frequentando incontri a pagamento, dark room e facendo uso di sostanze. Cade così in un vortice di sofferenza ancora più profondo, finché non decide di provare a rialzarsi e chiedere aiuto a una struttura specializzata. Emergono allora sul palco le testimonianze che i due autori di Love me tender hanno raccolto intervistando gli ex pazienti della Società Italiana Intervento Patologie Compulsive di Bolzano, dove vengono curate varie forme di dipendenza.
Shi Yang Shi racconta così il processo di genesi e sviluppo dello spettacolo teatrale
Love me tender’ è nato durante la pandemia quando il tema del ‘non riesco a respirare’ interessava un po’ a tutti, ma in particolare a me e a Renata Ciaravino per l’accezione della dipendenza sessuale e affettiva, legata a quella ricerca disperata dell’amore che però poi sfocia nel consumo del proprio corpo e del corpo degli altri, senza limiti. Penso che l’uscita dello spettacolo sia particolarmente rilevante in questo momento storico in cui la comunità LGBTQIA+ chiede più diritti e più attenzione alla salute sessuale, che riguarda tutti
In una società alla costante ricerca dell’appagamento continuo e dove la dipendenza può assumere diverse nature e colpire ognuno di noi, in forme più o meno gravi, con questo nuovo spettacolo Shi Yang Shi riesce ancora una volta a scuotere il pubblico. E a ricordarci come siamo tuttə accomunatə dal bisogno di amore, tenero e incondizionato.
Ho deciso di affidare a Lala Hu questo breve editoriale in cui ha recensito lo spettacolo di un attore affermato, sinoitaliano come lei, per lasciare la parola alle nuove generazioni che sono sempre meno relegate nella casella identitaria legata al proprio passato migratorio e hanno molte cose da dire sul presente e sul futuro del Paese. Qui potete ascoltare anche la storia di Lala Hu che ha raccontato le sue ispirazioni alla Scuola Holden di Torino, dove nel giugno del 2022 abbiamo parlato del romanzo della nuova generazione di italiani.
Ci sentiamo giovedì prossimo, daje. 💪🏽
E pensate a noi nella dichiarazione dei redditi: basta cercare la casella per gli enti no profit e inserire il codice fiscale, grazie! 👇🏽