Solo nei resoconti di Marco Polo, Kublai Kan riusciva a discernere, attraverso le muraglie e le torri destinate a crollare, la filigrana d’un disegno così sottile da sfuggire al morso delle termiti ( Le città invisibili di Italo Calvino)
Scrivere la città attraverso il segno dell’altro significa pensare allo spazio abitato tramite il gesto di chi per la prima volta lo attraversa e lo conosce. Significa dare in mano ai migranti una matita per capire qual è oggi la città che abitiamo
La città sradicata è stato un primo passo per ribaltare gli schemi urbani (lo stesso esperimento è poi proseguito con i rider e alcuni che mai avevano avuto una matita in mano ). Sarebbe interessante far disegnare le mappe anche a chi è nato o cresciuto qui per capire altri nuovi sguardi urbani, prima di parlare (spesso a vanvera) di riqualificazione urbana
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L’urbanista Nausicaa Pezzoni è anche candidata indipendente nella lista Alleanza Verdi e Sinistra al consiglio regionale della Lombardia, ma ho deciso di parlarvene per un’altra ragione. In queste settimane convulse – dove a Milano da mesi è in corso una battaglia estenuante anche solo per rinnovare un permesso di soggiorno o chiedere il rispetto delle leggi sulla sanatoria – le mappe mentali di chi, sradicato, ha creato spazi diversi, segnano un punto di partenza per coinvolgere i nuovi abitanti in progetti di riqualificazione. Come è stato fatto con il progetto Oltre la soglia, che ha trasformato alloggi di edilizia popolare sotto soglia (non assegnabili) del quartiere Calvairate di Milano in spazi abitativi per minori stranieri non accompagnati, guidati in un percorso di recupero dell’appartamento che avrebbero abitato fino al compimento dei diciotto anni. Mi auguro che le elezioni regionali siano una chance per conoscere meglio le città sradicate, immaginare come ideare città invisibili e più contemporanee.
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