Abdullahi Ahmed è nato a Mogadiscio, in Somalia, nel 1988 ma vive in Italia dal 2008. La sua è la storia di tanti giovani con un background migratorio alle spalle. La partenza da uno stato dilaniato dalla guerra civile, uno zaino con dentro lo stretto indispensabile, il deserto, un barcone nel buio pesto del Mediterraneo, l’arrivo a Lampedusa. Oggi è diventato il simbolo della Generazione Ponte che ha lo stesso obiettivo di NRW: mettere i cittadini di origini straniere, newcomer o nati e cresciuti in Italia che siano, al centro della narrazione e della cittadinanza attiva, visto che non possono più illudersi sullo ius soli, anche se temperato, anzi temperatissimo.

Joe Biden annuncia una road map (quasi) radicale su immigrazione. E in Italia, tutti zitti?  Il 46esimo presidente degli Stati Uniti non si tira indietro davanti al tema cruciale del terzo millennio. Fra i suoi primi provvedimenti, ha abolito il bando introdotto da Donald Trump per i viaggiatori provenienti da Paesi musulmani. Non spalancherà le porte ai migranti che vengono dal Sud America, però il muro alla frontiera con il Messico non verrà completato (ma neanche distrutto). E ha confermato il suo proposito di avviare un percorso per la cittadinanza per 11 milioni di immigrati irregolari. Un atto di civiltà, nonostante la crisi economica e l’emergenza sanitaria del Coronavirus. In Italia, invece, l’agenda politica si perde nei corridoi della crisi politica, per tutti incomprensibile, mentre le politiche migratorie o per la cittadinanza delle nuove generazioni sono ancora una volta sparite.  Ricevo continue domande da lettori per spiegare come mai e, imbarazzata, non so cosa rispondere.

Ieri c’è stato un ennesimo naufragio, il primo del 2021, con quarantatré persone disperse vicino alle coste libiche, mentre i dieci superstiti sono stati riportati indietro al punto di partenza, nei centri di detenzione, ma gli esponenti di governo non hanno alzato manco un sopracciglio sulla necessità urgente di cambiare l’accordo Italia-Libia

Joe Biden annuncia un programma quasi radicale su immigrazione. In Europa, tutti zitti?  Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, è al centro di un’indagine aperta dall’Unione europea in cui si intrecciano presunti casi di respingimenti illegali di migranti e altri illeciti. E ora al Parlamento europeo c’è chi chiede la sua testa, ma è dal 2014, anno caratterizzato da un esodo di migranti, soprattutto siriani, che si sapeva della dubbia condotta di Frontex. E ora il giornale tedesco Spiegel svela un altro tallone d’Achille del fronte dell’accoglienza, diventata per l’Europa una politica comune per provare a fermare invano poche migliaia di migranti. Olaf, un’altra agenzia dell’Ue che si occupa di indagini anti frode e corruzione, sta indagando su Frontex.

E così siamo sempre allo stesso punto: in Libia come ai confini orientali si cerca di fermare la storia della migrazioni che è e sarà inarrestabile. Fatevene una ragione, e rimettete le politiche migratorie al centro dell’agenda politica

Nel frattempo le violenze lungo la rotta balcanica, i report, i libri, le iniziative e le denunce sulle illegali “riammissioni” dall’Italia (ricorrendo all’alibi di un vecchio accordo bilaterale) dei richiedenti asilo e migranti, arrivati più e più volte al confine orientale italiano dopo aver tentato un brutale game, diventano un trend topic sui giornali, ma nessuno trova o sembra voler trovare una soluzione. Anche se Grei250, nostro partner, sta cercando una sponda con diversi parlamentari europei per far aprire un dossier nella Commissione Europea. E l’Italia che fa? Prende tempo, paralizzata dalla tenzone della sua crisi buia, più che al buio.

Sebbene per la prima volta un giudice, Silvia Albano, del tribunale di Roma – sezione diritti della persona e immigrazione – conferma in una ordinanza destinata a far giurisprudenza, dopo il ricorso di un cittadino pakistano che si era rivolto all’Asgi 

Come tanti aveva raggiunto Trieste e, dopo aver subito maltrattamenti e sevizie, non ha potuto presentare la sua richiesta di protezione internazionale. Caricato su un furgone, minacciato con i bastoni, è stato riportato al confine e ripreso in consegna dalla brutale polizia slovena e così è ritornato in Bosnia. Il tribunale ha scritto che la prassi adottata dal Viminale è illegittima con un’accusa molto grave: «Lo Stato italiano non avrebbe dovuto dare corso ai respingimenti informali. Il ministero era in condizioni di sapere, alla luce dei report delle Ong, delle risoluzioni dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati e delle inchieste dei più importanti organi di stampa internazionale, che la riammissione in Slovenia avrebbe comportato a sua volta il respingimento in Bosnia nonché che i migranti sarebbero stati soggetti a trattamenti inumani».

Ho ricevuto la richiesta di un’intervista per capire come mai questi temi non vengono più presi in considerazione e mi chiedo cosa rispondere in modo diplomatico. Perché tanto silenzio? La pandemia era un alibi anche prima della crisi della maggioranza. E le contrapposizioni interne al governo erano più che presenti anche prima, come è accaduto durante la travagliata legge per far emergere gli irregolari (di questo ennesimo pasticcio parleremo presto).

Joe Biden annuncia un programma quasi radicale su immigrazione, nonostante il Covid. In Italia e in Europa, tutti zitti?

Dopo averlo tanto annunciato, domani,  venerdì 22, pubblicheremo il primo articolo del nostro festival delle idee. Partendo dalla musica, vi offriremo una narrazione più costruttiva, focalizzata sulla diversity e sulle idee da far circolare sul futuro. E lanceremo una call to action per coinvolgere le aziende inclusive o più lungimiranti interessate a creare una rete con Nuove Radici

E queste sono solo le prime delle tante novità che abbiamo progettato per il 2021 dopo aver ridisegnato la veste grafica di NRW. Coincidenza fortunata: a disegnarlo e a seguirci sono due ragazzi di seconda generazione, parte dello staff di E-ti srl. E che faranno altre cose mirabolanti. Talenti che aiutano una testata a valorizzare talenti. Questa è la società multiculturale, bellezza.

 

Rituale rassegna su alcuni dei nostri contenuti. Questa settimana abbiamo dedicato attenzione all’insediamento di Joe Biden con un breve e simpatico ritratto sulla famiglia allargata e multiculturale della vicepresidente Kamala Harris, scritto da Cristina Kiran Piotti che ha deciso di firmare gli articoli con il suo nome indiano (ma per noi lei resta sempre indo-prussiana per la sua capacità organizzativa): Make America Great. Kamala porta la sua famiglia multiculturale alla Casa Bianca. Il nostro polemista misterioso che è la penna più veloce d’Italia, Sindbad il Marinaio, ha commentato invece il dibattito che si cela dietro le serie tv più in voga: Lupin, Bridgerton e gli altri. Il color blind va in scena su Netflix?  Nella rubrica settimanale dei libri di NRW, vi suggeriamo di leggere il long read tratto da I piedi di Abdullah di Hafid Bouazza. È il ricordo della vita di prima, ma vista attraverso gli occhi di un adulto che ha attraversato il mare per approdare in Occidente e che ancora una volta si gira a guardare dietro di sé. Giulia Parini Bruno, sempre in cerca di spunti e nuove suggestioni, ci ha raccontato la storia di una regista di origini cinesi che riflette sulle possibilità artistiche nate con la pandemia, e sui ruoli per le seconde generazioni che emergeranno nel post-emergenza: Susanna Yu Bai: «Il nuovo anno ci porti sceneggiature in cui riconoscerci e sperare». Un nuovo filone di narrazione sulle nuove generazioni dei cinesi a cui la nostra pasionaria, si sta dedicando con un entusiasmo difficile da frenare. Margherita De Gasperis, immersa come sempre in tutto ciò che si muove nell’universo giovanile, ha scritto della Generazione Ponte. Con spirito da tifosa (del resto è romana). E ha intervistato Abdullahi Ahmed: «Il 2021 sarà l’anno della Generazione Ponte». Anticipando, i temi del festival delle idee.

ps. Il carnet di NRW per creare una narrazione indipendente sulla società interculturale realizzata da un dreamteam interculturale è sempre più ricco di contenuti. Grazie per il vostro sostegno che ci aiuta a migliorare e a guardare al futuro. Se volete fare una donazione, come sempre non ci offendiamo.