Editoriale NuoveRadici.world

Il nostro evento Integrazioni Clandestine per festeggiare il primo compleanno di NRW ci ha regalato una nuova conferma. Siamo sulla strada giusta e passo dopo passo stiamo riuscendo a costruire in modo concreto un progetto editoriale e sociale per tramettere il messaggio sulla necessità di smettere di ignorare il melting pot italiano che sta emergendo in modo sempre più dirompente. E sono i dati del venticinquesimo rapporto della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) a darci anche delle ulteriori conferme.

Nel 1995, gli stranieri residenti in Italia erano 992mila, di cui 781mila con permesso di soggiorno provenienti da Paesi extra EU. Alla fine del 2019, la cifra complessiva supera i 6 milioni. E soprattutto, questa è una delle novità, cresce la componente femminile che rappresenta oltre il 45 per cento dei nuovi ingressi. 

Inoltre il rapporto dell’Ismu stima che la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni (nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni) è di 2.825.182.

Una cifra davvero consistente che dovrebbe essere narrata attraverso la loro evoluzione socio-economica. Non dimentichiamo il fronte dei migranti, e soprattutto quelli che premono, maltrattati, ai nostri confini orientali che rappresentano un interrogativo (scandaloso) a un’Europa che si vanta di essere sempre uno stato di diritto. Ne parleremo presto.

Nel frattempo vogliamo continuare a raccontare le nuove generazioni di italiani, compresi quelli arrivati in Italia nel terzo millennio, che continuano a dare segni di enorme vitalità sociale e culturale. Abbiamo nel nostro archivio uno storytelling che non riguarda solo alcune eccellenze, ma descrive in modo certosino il loro contributo in ogni campo.

E si stanno creando nuove leadership che premono anche per entrare nella politica magari attraverso l’attivismo sociale perché la roccaforte della comunità politica cerca solo la propria conservazione.

Insomma, si parla tanto di fuga delle nuove generazioni, sia italiane sia di origini straniere, ma al contempo l’Italia si conferma ora come un Paese che deve fare i conti con la stabilizzazione di una fetta rilevante di stranieri. Negli ultimi 25 anni, 5 milioni e 300.000 stranieri si sono stabiliti in Italia e uno su cinque ha ottenuto la cittadinanza.

E non è un caso che alcuni funzionari del comune di Milano, la città con il più alto tasso di stranieri in rapporto alla popolazione complessiva – 19%, di cui il 10% studenti universitari che diventeranno il 21,2% nel 2036 –  ha partecipato il 3 dicembre a Bruxelles a un mega workshop organizzato dalla Commissione Europea, Go Local. Supporting regions and rural areas in migrant’s integration, per parlare di buone pratiche non rivolte ai rifugiati che rappresentano una minoranza, ma ai ricongiungimenti familiari degli stranieri ormai stabili e agli stranieri che vivono, lavorano e studiano a Milano. Come prova provata di un cambiamento che non si può più ignorare.

Ed è anche ora di cambiare anche la terminologia. Interazione più che integrazione perché, come dimostra il rapporto Ismu, l’Italia non è più solo terra di passaggio dei migranti, ma è al quinto posto dopo Germania, Francia, Regno Unito e Spagna per la presenza di residenti stranieri. E ora ci vogliono politiche che favoriscano anche chi è nato e cresciuto qui perché le inte(g)razioni non possono più essere clandestine. 

Amir Issaa, il rapper di Tor Pignattara che non è un immigrato

Amir Issaa è un artista con background migratorio e la sua missione è demolire gli stereotipi e l’ignoranza sui temi dell’immigrazione. Con le sue canzoni e il suo libro ha fotografato la vita di borgata, mescolando dolori personali, fenomeni di razzismo e le difficoltà di una realtà sociale complessa. Di Mariarosa Porcelli. 

I cinque film scelti da NRW per dicembre

Nuove rubriche. A partire da questa settimana NRW pubblica una scelta di cinque eventi, film, serie tv e libri. Iniziamo con i cinque film da non perdere a dicembre secondo il giudizio della redazione.

La resa di Eniola Aluko

Riflessioni. Eniola Aluko abbandona la Juventus, denunciando il razzismo dilagante in Italia. Il nostro polemista Sindbad il Marinaio si chiede se la sua resa è davvero un modello positivo per la lotta al razzismo.

C’era una volta un clandestino

Letture. Il long read di questa settimana è tratto da C’era una volta un clandestino. I sogni, le speranze e le avventure di un albanese in Italia (PubMe editore, 2019). L’autore, Eltjon Bida, pluripremiato dopo il suo primo libro è stato alla festa per il primo compleanno di NRW il 2 dicembre scorso al Samarkand per raccontare come da clandestino ai margini della società è diventato scrittore.

Le melodie mediterranee di Raffaele Kohler a Samarcanda

Tra gli ospiti presenti alla nostra festa che voleva essere un incontro per parlare in modo artistico e allegro dei nostri temi, c’era anche il trombettista Raffaele Kohler che in questa intervista si racconta. Di Fabio Poletti.

Samar Zaoui e gli altri leader delle Sardine che buttano giù un altro muro, quello della diversity in politica

Storytelling di NRW. I nuovi cittadini, di cui molti leader del movimento Le Sardine, di cui nessuno ha parlato. Samar Zaoui ha 21 anni, origini tunisine e con Jamal Hussein ha organizzato su Facebook la protesta delle Sardine di Modena. La realtà si impone sulla politica che ha sempre usato i giovani candidati di origine straniera solo come specchietti per le allodole.

Arriva un’app per sconfiggere il caporalato. Servirà?

Commenti. Otto ore di lavoro al giorno per 12 euro. È la realtà del caporalato in Italia, ma forse un’app può cercare di fermarlo. Come? Ce lo spiega Sindbad il Marinaio.