Radici invece rilancia la sua sfida culturale per un approccio laico al tema dell’immigrazione con storie e spunti su tutte le cose che ignoriamo (o dimentichiamo).

Quando il 5 aprile scrissi la mia prima newsletter per presentare il nostro progetto editoriale, decisi di intitolarla Voliamo alt(R)o perché sentivo l’urgenza di alzare lo sguardo dall’emergenza e cambiare narrazione. E per dare un’immagine simbolica della nostra sfida, ho deciso di affidarmi alla spericolata aviatrice Amelia Earhart. Volere altro e volare alto non è stato e continua a non essere facile. Ogni settimana devo combattere contro gli opposti estremismi, con un conflitto interiore talvolta estenuante, per spiegare che non si può cercare sempre nemici o capri espiatori. Ora l’oggetto del contendere è l’arresto del sindaco di Riace, emblema di un creativo e positivo modello di accoglienza che sembra però aver trasgredito le norme con molta disinvoltura, a giudicare dall’ordinanza di custodia cautelare. Da garantista, aspetto e rispetto la sua vicenda giudiziaria, ma siccome Radici segue con attenzione le storie dei nuovi italiani e non si ferma al corpo del migrante usato dagli opposti schieramenti politici come una clava da brandire, vi segnalo che, nelle loro riflessioni, Domenico Lucano non viene visto come un martire, ma come un sindaco che ha accolto i migranti per inseguire una sua personale idea di giustizia. Nella generazione dei nuovi italiani che sta emergendo con prepotenza, senza che nessuno vi faccia molto caso, cresce un’insofferenza verso una rappresentazione strumentale e riduttiva di migranti e stranieri, usati come un feticcio.

Radici si è posta come obiettivo di rendere protagonisti i soggetti di questa narrazione, trasformati in oggetto da politici e dai cori da stadio. Perciò sentivo l’esigenza di ribadire la linea editoriale della nostra avventura ed esprimere anche il mio profondo disagio verso la povertà del dibattito sull’immigrazione.

 

Le cose che ignoriamo 1/

Gli eritrei non sono solo quelli che sono stati trattenuti sulla nave Diciotti per uno show oltraggioso che non è servito a nulla. In Italia la comunità eritrea è arrivata alla terza generazione. Lo sapevate? Ce ne parla, in un’intervista fatta da Giulia Parini Bruno, Ariam Tekle, sociologa, antropologa e autrice del documentario Appuntamento ai Marinai (Italia, 2017) sulle seconde generazioni di italiani con origini eritree di Milano.

Le cose che ignoriamo 2/

Harvey MedSoc è l’associazione fondata dagli studenti stranieri di Medicina all’università di Pavia che frequentano il corso Harvey di Medicina in inglese. Elisabetta Franchi ha chiesto ad Anamaria Solcan Savu, rumena che vive da molti anni in Italia, e a Shaul Paolo Gordon, israeliano di origini italiane, come sia vivere in un posto in cui “un ebreo, un tedesco, un americano e un iraniano entrano in un bar” non è l’inizio di una barzelletta ma quello di una serata qualsiasi.

Le cose che ignoriamo 3/

Davide Romano commenta gli ultimi dati dell’UNHCR (l’agenzia Onu per i rifugiati), secondo cui i morti nel Mediterraneo sarebbero dimezzati dal 2016. «Forse sarebbe il caso di prendere atto dei dati, e reimpostare il dibattito sul fenomeno migratorio?». Si chiede e ci chiede. «O forse sarebbe meglio concentrarsi sul problema dei migranti imprigionati in Libia». Parliamone, laicamente se possibile.

Ragionare, ragionare, ragionare

È questo il mantra, che pubblichiamo con entusiasmo, del giornalista e scrittore Gabriele Romagnoli. E alla nostra domanda «L’Europa litiga da anni su questi temi. Dire che “se ne deve occupare” è davvero diventato di destra?», lui ha risposto: «Uh… che categoria desueta. I problemi si affrontano non da destra o da sinistra, ma dall’interno, con l’intelligenza per trovare soluzioni e uscirne. Non bisogna lasciarsi etichettare, né spaventarsi per le etichette che ci si vede appioppati. Ragionare, ragionare, ragionare, piuttosto».

I dubbi su diversi punti del decreto Salvini

La giurista Vitalba Azzollini analizza i punti più controversi del decreto Salvini. E ragiona soprattutto su ciò che ha destato le perplessità del Quirinale: il riesame della richiesta all’asilo da parte dei migranti che commettono reati. E a proposito delle cose che ignoriamo, o meglio dimentichiamo, voglio rammentarvi che il decreto Minniti, approvato con un voto di fiducia nel marzo del 2017, prevedeva già la creazione di circa venti nuovi centri per l’espulsione degli stranieri irregolari (i centri permanenti per il rimpatrio) per accelerare numero e frequenza delle espulsioni.

Nuovo episodio del podcast di Radici

Il quinto racconto del podcast di Radici lo trovate sul sito di storielibere.fm e sul nostro, oltre che su iTunes. Ha un titolo suggestivo: Scrittori allo specchio: un “vecchio italiano” e una “nuova italiana”. Con la partecipazione (e la voce) dello scrittore Giuseppe Genna che recita il testo scritto per Radici «Gli chiedono il nome e lui risponde: “Mi chiamo Negro”» ed Esperance H. Ripanti, di origine ruandesi, che legge l’articolo che ha scritto per Radici sui libri che ha amato e le hanno salvato la vita. Un incrocio che muove e commuove.

 

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(Dalai Lama Tenzin Gyatso)