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Autobiografie di una generazione Su.per. Il successo degli studenti di origine immigrata (edizione Vita e Pensiero) è il titolo dell’indagine curata da Mariagrazia Santagati, docente di Sociologia dell’educazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore. E non ci è sfuggita perché non è un semplice elogio a studenti meritevoli con origini straniere, ma una radiografia che cerca di spiegare i mutamenti delle nuove generazioni di italiani. E di capire quali siano le ragioni del loro successo formativo ottenuto anche in un contesto problematico.

La ricerca è focalizzata sulle autobiografie scolastiche di 65 studenti e studentesse di successo, che hanno frequentato 11 istituti di istruzione secondaria di secondo grado e centri di formazione professionale di Brescia e provincia, territorio emblematico delle scuole multiculturali in Italia.

Promosso dal CIRMiB (Centro Iniziative e Ricerche sulle Migrazioni) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, il valore aggiunto di questa pubblicazione è la narrazione delle 65 storie scritta dagli stessi studenti. Un approccio scientifico che si sposa felicemente con quello editoriale di NRW.

Scrive Maria Grazia Santagata: da tempo discuto delle denominazioni e dei processi di etichettamento che questi giovani hanno subìto da parte di diversi attori sociali nel discorso politico, mediatico e anche scientifico che conducono a riduzionismi interpretativi e a semplificazioni discutibili. In questo volume, essi sono considerati invece soggetti, autori e protagonisti della propria esperienza di vita e di scuola, che prima di essere compresa e interpretata, va letta e ascoltata con attenzione.

Come e in che misura gli studenti sono in grado di trasformare lo svantaggio dell’immigrazione in un vantaggio educativo? Come questi giovani negoziano vincoli strutturali e culturali e, allo stesso tempo, riescono a cogliere le opportunità presenti nei contesti sociali in cui vivono? Dalle storie narrate, con le dovute differenze individuali, si deduce che siano stati spesso studenti spensierati nelle scuole primarie, in crisi alle medie dove spesso scoprono di essere diversi o considerati tali e con un riscatto avvenuto alle superiori. 

Scrive nella parte conclusiva la curatrice del saggio: L’analisi delle autobiografie ha permesso di ricostruire i percorsi inattesi di studenti di origine svantaggiata, nonché le strategie attraverso cui essi trasformano lo svantaggio socioeconomico e della migrazione in un vantaggio in campo educativo.

Un libro da non perdere per capire la complessità del mutamento attraverso i percorsi educativi di coloro che partono da condizioni di svantaggio e tagliano enormi traguardi.

L’indagine della studio ci riporta all’essenza del nostro evento del 2 dicembre, Integrazioni Clandestine perché l’approccio interculturale teso a una coesione sociale è ancora minoritario se non invisibile, ergo clandestino. Per questo abbiamo scelto di organizzare la festa del primo compleanno di NRW in un ristorante afghano fondato da rifugiati/artisti, emblema del Paese che cambia. Con un tema musicale e una breve conferenza che parleranno del melting pot in modo gioioso certo, ma rimarcandone la complessità. Una Serata Super

Alesa Herero: «La bianchezza non si auto-nomina mai, ma definisce ciò che è al di fuori, appropriandosene»

Bianchezza, solidarietà paternalista, eredità colonialista. Modello Riace. In questa intervista a NRW, l’attivista, artista e scrittrice Alesa Herero non fa sconti a nessuno. E demolisce persino i modelli solidali che rientrano nelle logiche di sfruttamento. Un’intervista dirompente. Di Giulia Parini Bruno. 

Integrazioni Clandestine: ci vediamo a Samarcanda

Amin Wahidi è regista cinematografico, Basir Ahang attore, poi ci sono lo chef Ali Hossaini e Asharaf Barati e Omid Wafa che hanno esperienze di ristorazione. A luglio 2018 hanno aperto a Milano il ristorante Samarkand in via Maffeo Pantaleoni 10, un luogo per il cibo del corpo ma pure dell’anima, dove lunedì 2 dicembre si terrà l’evento di NRW, Integrazioni Clandestine. Per chi vorrà essere con noi (e perché non dovreste?) in questo articolo, trovate anche il menù ispirato alla Via della Seta. Di Fabio Poletti.

Caffè Scorretto #1

Vivo in Italia da quando ne ho memoria, sono stato adottato, ho la pelle scura, di mestiere faccio l’imprenditore e voglio fare una considerazione impopolare. In senso totalmente contrario all’attivista Alesa Herrera, Efrem Antoniazzi inaugura la rubrica Caffè Scorretto in cui lancia provocazioni al pensiero antirazzista, per lui diventato mainstream. 

Zingari, basta la parola

Letture. Il long read di questa settimana è tratto da Zingari (Contrasto, 2019) di Josef Koudelka. Il grande fotografo dell’agenzia Magnum documenta la vita dei cigani, superando ogni pregiudizio e instaurando con loro un rapporto di intima amicizia.

L’appello di Davood Karimi: «Chiedo al governo italiano e all’Europa di alzare la testa per fermare la repressione del popolo iraniano»

Se c’è una cosa che non può proprio ascoltare, dopo quarant’anni di battaglie contro il regime iraniano, è la distinzione fra falchi e colombe. Per Davood Karimi, presidente dell’associazione dei rifugiati iraniani in Italia, sono tutti ayatollah. Partito da Teheran dopo la rivoluzione del 1979, è venuto in Italia per studiare e diventare medico ma due anni dopo ha interrotto l’università per assistere i rifugiati in fuga dalla repressione di Khomeini. E da allora non ha più smesso.