Editoriale NuoveRadici.world

Cittadinanza sì, cittadinanza no sarà il nostro tormentone nelle prossime settimane e, perché no, anche nei prossimi mesi. Perciò siate clementi, pazienti e interagite. Il teatro mediatico sulla cittadinanza a Rami e a Adam
— giovanissimi eroi celebrati, incensati, immortalati in ogni dove e in ogni quando perché sono stati capaci di aiutare i carabinieri a impedire una strage — ha riportato in auge (per quanto tempo?) la questione della cittadinanza che è dannatamente seria. Ora i 600 comitati civici, che qualcuno ha perfidamente definito “ascari” dell’ex premier Matteo Renzi, rilanciano una battaglia sacrosanta ma persa in partenza: riportare la legge sullo ius culturae in Parlamento grazie a una mobilitazione che porti a raccogliere 50 mila firme laddove non è stata approvata quando il governo era guidato dal Partito democratico. Senza stare a ravanare sul perché e per come non sia stata approvata e senza entrare nel merito della legge frutto di un compromesso e un po’ claudicante, come magazine che ha creato una sinergia quotidiana con le nuove generazioni di italiani proviamo a riportare il loro pensiero. O almeno di quelli impegnati sul fronte sociale. Primo: vogliono essere protagonisti della narrazione mediatica che li riguarda e non oggetto di una contesa politica destinata a naufragare con questa maggioranza. Secondo: vogliono essere protagonisti di gesti e provvedimenti concreti che li portino ad essere cittadini attivi. Per quanto ci riguarda, faremo una campagna di sensibilizzazione, affrontando la complessità del tema e come sempre dando la parola ai protagonisti. A partire da un presupposto: il decreto sicurezza ha raddoppiato i tempi e trasformato l’iter ancora di più in una corsa a ostacoli che influisce sulle scelte di una generazione uscita dalle scuole e dalle università che non può andare a fare master all’estero, partecipare a bandi pubblici, entrare nelle istituzioni, candidarsi e votare. Vogliono essere come i coetanei e, una volta giurato sulla Costituzione, magari andarsene dall’Italia per avere migliori opportunità come tutti i cittadini europei. Il resto è letteratura.

Lettera di Elizabeth Arquinigo Pardo agli italiani come lei

Pensava di essere vicina al traguardo, poi il decreto sicurezza ha stravolto tutti i piani sul suo futuro e allora ha scritto al vicepremier Matteo Salvini. 

Elizabeth Arquinigo Pardo ha ventotto anni. Arrivata dal Perù a dieci anni insieme a sua sorella minore Carolina, si è laureata in Lingue per la cooperazione internazionale e ha lavorato come interprete nell’Agenzia europea per l’asilo, Easo. Nell’ottobre scorso ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Interno Matteo Salvini per chiedergli conto della modifica sulla legge che raddoppia i tempi per diventare italiani. E le impedisce di inseguire le sue ambizioni. Il vicepremier le ha risposto concludendo di tenerlo aggiornato, e lei ha colto l’occasione per scrivere un libello che riassume in breve la storia della sua vita e della sua famiglia.

E l’immigrazione regolare? Ecco la classifica vera dei permessi negati e rilasciati

Incrociando i dati sul numero dei visti rilasciati nelle sedi all’estero della Farnesina con quelli delle questure si scopre che il flusso regolare è sempre più limitato. Con alcune eccezioni, come il Sud Africa. Di Fabio Malagnini.

Hilda Ramirez: «Sono una webmaster donna e non vivo in un sottoscala»

Hilda Ramirez, ventotto anni, origini ecuadoriane, ha preso la cittadinanza italiana prima di laurearsi. Suo marito per un timbro mancato ha perso la lotteria. Ingegnere in una multinazionale, ora deve ricominciare da capo. E con la nuova legge, deve aspettare quattro anni. Di Giulia Parini Bruno.

Cristina Brambilla: «La paura forse non cerca risposte, vuole solo strillare ed essere ascoltata»

A nove anni voleva diventare archeologa, a dodici spia, a quattordici pittrice. Scrittrice, soprattutto per ragazzi, afferma: «Io scrivo romanzi per ragazzi. È mio dovere essere ottimista. Se non credessi nell’uomo, nel fatto che abbiamo un pollice opponibile per suonare il pianoforte e non per randellare chi non ci assomiglia, come potrei chiedere a dei minorenni di fidarsi di me?». Di Fabio Poletti.

Cittadinanza sì, cittadinanza no. Tutti ne parlano ma vi spieghiamo perché con il decreto sicurezza è (quasi) impossibile prenderla

Il giro di vite sul diritto a ottenere la cittadinanza è insensato oltre che controproducente. L’analisi di Vitalba Azzollini. 

Alketa Llani: «Dire che siamo nuovi italiani è riduttivo. Noi rappresentiamo i nuovi profili nel mondo»

A quattordici anni è arrivata in Italia e solo grazie alla prima sanatoria del 1998 ha potuto andare a scuola. Insieme a Simohamed Kaabour ha fondato l’associazione Nuovi Profili, di cui è vicepresidente. Oggi si occupa di mercati emergenti in un vettore turistico. E sul razzismo afferma: 
«A provocare tanto odio è il messaggio che è passato, secondo cui immigrazione è per forza immissione di povertà». Di Marco Lussemburgo.