Luci e ancora molte ombre del nuovo testo di legge sull’immigrazione, ma noi tifiamo per il presidente eletto Usa Joe Biden che ha annunciato all’NBC News l’amnistia e un processo di regolarizzazione per 11 milioni di immigrati. In Italia, invece, dopo un lungo e paziente lavorio per ottenere degli emendamenti migliorativi al fu decreto sicurezza, la commissione Affari Costituzionali ha concluso l’esame del testo, riuscendo a superare l’ostruzionismo durato due settimane da parte dell’opposizione. Non mi pare che se ne siano accorti in molti, ma un gruppo trasversale di parlamentari della maggioranza è riuscito a far accogliere quattro emendamenti al decreto che arriverà alla Camera. Firmatari, fra gli altri, Laura Boldrini, Riccardo Magi, Emanuele Fiano e alcuni esponenti del M5s come Giuseppe Brescia e Francesca Galizia (l’elenco è lungo). Un miglioramento avvenuto anche grazie all’impegno costante del Forum per cambiare l’ordine delle cose e della rete Grei250, che da mesi portano avanti un percorso di advocacy e consultazioni politiche. «Siamo stati una sorta di ufficio studi al servizio della maggioranza», spiega il coordinatore e portavoce di Grei250 Ugo Melchionda con prudente soddisfazione. «Il risultato più significativo è stato quello di introdurre di nuovo la protezione umanitaria e addirittura potenziarla», spiega Gianfranco Schiavone di Asgi e anche lui membro di Grei250. Controversa la questione delle ong che fanno soccorso in mare e non potranno affidarsi esclusivamente alla regia del Governo italiano, ma dovranno sottomettersi a quella dei Paesi considerati sicuri, compresa la Libia (sic). Anche se nell’emendamento accolto si recepiscono gli obblighi previsti dalle convenzioni internazionali. Così come resta il nodo cruciale per i richiedenti asilo che, per via di un rilievo da parte della Corte dei Conti, non potranno accedere a un percorso di formazione che favorisca la loro integrazione perché potrebbero poi essere respinti. E così si rischia di tornare a creare dei parcheggi, anzi dei ghetti, di persone che mentre aspettano l’esito della loro richiesta di asilo non avranno alcuna prospettiva di un inserimento sociale. Non ci viene tanta voglia, però, di applaudire un altro emendamento che riguarda l’iter per ottenere la cittadinanza che torna ad essere di 24 mesi, prorogabili a 36. Si migliora, rispetto ai quattro anni previsti dai decreti sicurezza, ma non in modo incisivo.
Il risultato, frutto di un compromesso, ci pare ancora pieno di ombre ma l’accoglimento di quattro emendamenti grazie allo studio e ai consigli di una lobby umanitaria rappresenta un progresso che non vogliamo minimizzare
Se in Italia ogni tentativo di passo in avanti per avere una legge sull’immigrazione più equa significa salire sulle montagne russe, negli Stati Uniti il presidente eletto Joe Biden ha già una road map molto chiara. Luci e ancora molte ombre del nuovo testo di legge sull’immigrazione, ma noi tifiamo per il presidente eletto Usa Joe Biden che ha già annunciato all’NBC News l’amnistia e un processo di regolarizzazione per 11 milioni di immigrati.

Tale e quale show e Ghali: vi spieghiamo il blackface, una volta per tutte. Questa settimana abbiamo avuto una vis polemica. Vi segnalo il commento di Sindbad il Marinaio sulla reazione del rapper Ghali alla sua imitazione a Tale e quale show. Una pratica che negli Stati Uniti è stata cancellata perché profondamente razzista già negli anni Cinquanta da noi continua imperterrita. E vi suggerisco di leggere anche l’articolo di Cecilia Parini La vita davanti a sé? Non è tutto Loren quel che luccica su un film all’insegna degli stereotipi: rivelazione della pellicola diretta dal figlio della divina Sophia è il giovanissimo Ibrahima Gueye, al quale è toccato il solito ruolo della vittima: bambino nero e migrante. Considerato il cast, si poteva fare di meglio. Margherita De Gasperis invece ha raccontato la storia di Mahdi Sarhan: «Io, fotografo, vi racconto il riscatto delle nuove generazioni». Nato in Italia da genitori libanesi, interprete per l’Unhcr, studia per diventare innovatore sociale e nel frattempo mette la sua macchina fotografica al servizio del Network Italiano dei Leader per l’Inclusione.
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