Editoriale NuoveRadici.world

L’incontro sulle nuove radici della leadership, che verrà trasmesso domani 2 ottobre in diretta streaming dalla Triennale, ha già destato curiosità e attenzione da parte degli altri media. Verranno affrontati diversi temi cruciali: la coesione sociale, il multiculturalismo, la necessità di una riforma della cittadinanza, l’empowerment di giovani e adulti attraverso l’esempio di chi si è già affermato ed è diventato leader. Che questo interesse sia il segnale che i tempi sono maturi per favorire e incoraggiare il protagonismo sociale e politico delle nuove generazioni di italiani? Noi pensiamo di sì, e non da oggi. Ma lo scopo di questo incontro, che prevede anche un workshop con un gruppo di giovani per stimolare un confronto e incoraggiarli ad affermare le proprie ambizioni, non può prescindere dal contesto sociale, spesso ostile verso chi ha origini straniere. Per questo motivo, voglio riportare i dati emersi dall’ultimo rapporto dell’Ismu “Alunni con background migratorio in Italia. Le opportunità oltre gli ostacoli”.

Attraverso una rielaborazione dei dati MIUR, il ministero dell’Università e della Ricerca, nell’anno scolastico 2017/2018 risulta confermata una presenza rimasta stabile negli ultimi anni, che si attesta a circa 842mila studenti di origini straniere. Si tratta di quasi il 10% del totale della popolazione scolastica, in cui spicca la quota in crescita delle seconde generazioni: il 63% del totale degli studenti dalle scuole dell’infanzia fino alle secondarie di secondo grado.

Ciò che ci deve far riflettere però è un altro dato: più della metà degli alunni italiani sceglie di iscriversi a un liceo (51,8%), contro poco più di un terzo degli studenti stranieri di seconda generazione (34,9%) e meno di un quarto di quelli di prima generazione (24,4%)

Ci ripromettiamo di analizzare in modo più esteso il report che affronta vari temi, fra cui anche gli esiti positivi del percorso scolastico dei Misna, i minori stranieri non accompagnati. In ogni caso, il numero di studenti di seconda generazione che scelgono di frequentare il liceo ci pare incoraggiante. Ecco perché un confronto sulla leadership che stimoli chi ha voluto cogliere la sfida di seguire le proprie ambizioni non è solo importante, ma necessaria. Per questo motivo nei giorni scorsi la nostra informazione si è focalizzata sulle riflessioni dei relatori che al seminario racconteranno il cambiamento che deve essere valorizzato.

Non ci siamo dimenticati però della fashion week. Margherita De Gasperis ha scritto di Fashionableecoart, quando la moda diventa ecosostenibile e abbiamo raccontato la sperimentazione della Ratti, la storica azienda tessile comasca che produce tessuto africano Wax (e anche inclusione della diversity). E neanche del patto europeo sull’immigrazione che non funzionerà. Ne ha parlato Cristina Piotti in un’intervista al vicepresidente di Asgi, Gianfranco Schiavone.

Tornando alla leadership, ribadiamo che non c’è spreco più grande che tenere nascosto il proprio potenziale. Lo comprendono i genitori, lo insegnano a scuola, lo ripetono coach e dirigenti d’azienda. Allora perché, in Italia, non ce ne ricordiamo? Nell’articolo di Mariarosa Porcelli, Leadership e seconde generazioni: è ora di demolire gli stereotipi. Fatevene una ragione, forse troverete una riposta. Seguiteci domani, ne troverete sicuramente più di una.

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