Scorrendo le pagine dei suggerimenti su Netflix negli ultimi giorni vi sarà sicuramente capitato di incrociare Namaste Wahala: storia di un amore interculturale osteggiato dai genitori di entrambi. A Lagos, lui, Raj – impomatato come si conviene a un bel ragazzo indiano, personalità non tanto rutilante quanto le sue camicie a maniche corte e un lavoro come investment banker – incontra per caso lei, Didi – una bella ragazza nigeriana di buona famiglia, volitiva e stilosa, avvocato figlia di avvocato. Dopo essersi ritrovati a una festa della cugina di Raj, nientemeno che la presidente della Ong per cui Didi lavora, i due stanno felicemente insieme fino a quando non si tratta di conoscere le rispettive famiglie. Travolti dagli insulti e incapaci di difendersi a vicenda, Didi e Raj si lasciano. Per quanto per entrambi incontrarsi abbia rappresentato l’inizio dei guai (come indica il termine pidgin Wahala che dà il titolo al film) in famiglia, l’happy ending è ovviamente assicurato.
Namaste Wahala non è solo una gradevole commedia romantica interculturale che Netflix distribuisce in esclusiva a partire dal giorno di San Valentino, ma una furba operazione di catalogo e, qualora fosse bene accolta dal pubblico della piattaforma di film in streaming, potrebbe rivelarsi il primo titolo di un filone. Si tratta infatti di una produzione che ha visto coinvolte le due più prolifiche industrie cinematografiche mondiali – quella indiana, Bollywood, e quella nigeriana, Nollywood – e ha messo insieme un cast di attori indiani di medio calibro come Ruzlan Mumtaz (Raj) e di popolari star del cinema nollywoodiano, quali Richard Mofe-Damijo e Joke Silva (i genitori di lei).
Se l’ambientazione è interamente nigeriana, come prettamente nigeriano è il rimando nella sottotrama a una tematica sociale quale la violenza sulle donne, a richiamare il cinema di Bollywood ci pensano gli stacchetti musicali ma soprattutto il soggetto: la coppia che per stare insieme deve superare le avversità
Girato interamente a Lagos, in lingua inglese (con qualche inserto pidgin e hindi) e distribuito nelle sale cinematografiche del Paese a dicembre – la prima data di uscita era aprile 2020, ma il Covid si è messo in mezzo – il film è l’esordio alla regia di Hamisha Daryani Ahuja. Imprenditrice di origine indiana nata e cresciuta in Nigeria, Hamisha Daryani Ahuja prima di darsi alla regia era proprietaria di un ristorante di successo a Victoria Island, Bistro 7. Oltre a scrivere, dirigere e produrre la pellicola, in Namaste Wahala si è ritagliata un piccolo ma decisivo ruolo: è lei la cugina di Raj che lavora con Didi il cui intervento nella seconda parte del film si rivelerà provvidenziale. Qualche giorno fa, intervistata da Reuters in occasione dell’uscita del film, ha dichiarato «Ho vissuto in una casa indiana, conosco la cultura nigeriana, il pidgin, il cibo ed è davvero interessante come, nonostante in Namaste Wahala tutti pensino che le culture siano differenti, in realtà sono così simili». Soprattutto, possono avere lo stesso pubblico.