Carisma, determinazione e un talento inarrestabile. Monique Chao è una pianista, cantante e compositrice nata e cresciuta a Taiwan. Non è mai mancata a un’edizione di JazzMi, l’appuntamento milanese di culto con il jazz che quest’anno si sarebbe dovuto tenere dal 22 ottobre all’1 novembre (con un programma funambolico in linea con le misure imposte dalla nuova ondata di Covid), ma che è stato interrotto dopo appena tre giorni. Nonostante questo, Chao è soddisfatta: «Mi sembra che la cultura italiana si stia avvicinando sempre di più a questo genere» ci spiega. Quest’anno non aveva in programma una partecipazione al festival, perché è appena rientrata dal suo Paese, dove si è esibita in una serie di concerti al National Taiwan Theatre e Concert Hall, per celebrare i cento anni dalla nascita di Charlie Parker. Ora è alle prese con il suo primo album Chaology Song Book che vedrà la luce nella primavera del 2021, presentando dodici brani originali in quartetto con Yingda Chen, Ikeda Kinya e Weichung Lin.
Tra Taiwan, Calabria e Milano
«Anni fa ho fatto un viaggio in Francia per studiare il francese e ho conosciuto il mio fidanzato, che è calabrese. In un primo momento sono tornata a Taiwan e mi sono laureata, ma poi ho deciso di trasferirmi in Italia. Per amore e per intraprendere la carriera musicale». Ha vissuto in Calabria, dove ha fatto anche la musicoterapista con bambini disabili, e in seguito si è spostata a Milano, verso un ventaglio più ampio di occasioni lavorative. Ammette che preferisce concentrarsi su un genere alla volta, per questo ha accantonato per il momento la classica per immergersi totalmente nel mondo del jazz, che la sta gratificando molto. «All’inizio ho lavorato nell’ambito della musica classica, a teatro, come cantante lirica nel coro. Poi ho cominciato a insegnare nelle scuole e ho conosciuto un paio di musicisti jazz. Da lì è partita la mia passione» racconta. «Mi sono iscritta al Conservatorio di Milano al triennio di jazz per fare la pianista e ora sono all’ultimo anno di composizione. Mi piace l’ambiente musicale in Italia, almeno nel circuito jazz è molto amichevole». Ma non solo Milano, perché per lavoro continua a muoversi spesso tra l’Italia e Taiwan, dove è molto felice di fare concerti. «Mi piace mantenere una vita anche lì. Scrivo spesso in inglese, che si parla tanto tra i giovani taiwanesi» spiega.
La nostra lingua ufficiale è il cinese taiwanese ma abbiamo una scrittura complicata quindi usiamo spesso l’inglese. Ma spero di scrivere presto anche in italiano
Jazz al femminile
«Mi capita di suonare gli standard, ma anche il jazz sperimentale, in alcuni locali di Milano meno noti e frequentati soprattutto da musicisti». Nel jazz c’è molta flessibilità, spesso non si rimane vincolati a una band fissa e si fanno molte collaborazioni, come nel suo caso.
Io non rifiuto quasi mai gli inviti a suonare o comporre con musicisti diversi. Tra jazzisti esiste una collaborazione molto produttiva. Avevo un trio con due musiciste con le quali ho iniziato al Conservatorio ma loro adesso lavorano fuori dall’Italia quindi intanto suono con altri artisti milanesi
Il tema della presenza femminile nel jazz le sta particolarmente a cuore: «Lo scorso marzo, per la festa della donna, avevo in programma un concerto al Conservatorio che ho arrangiato personalmente, con brani di sole compositrici. Ma non si è potuto realizzare (causa Covid ndr). Ho anche un gruppo che si chiama Monique Tiny Band, con una formazione più grande di nove elementi. Dovevamo fare dei concerti in Europa che sono stati cancellati per il Covid».
Essere un’artista durante il lockdown
Tante novità in cantiere che il 2020 ha mandato all’aria, ma solo per il momento. Monique Chao, infatti, offre l’ennesima testimonianza del gran fermento creativo degli artisti che la pandemia non è riuscita a fermare. «Quando tutto riprenderà normalmente realizzerò dei progetti per un’orchestra sinfonica di jazz. Prima della pandemia dovevo insegnare in una scuola elementare ma quando sono tornata da Taiwan a gennaio c’è stato subito il lockdown. Sono stata bloccata con il lavoro e allora mi sono concentrata sullo studio, ho dato tanti esami e scritto brani» racconta.
Tutti i musicisti in Italia si sono attivati per sviluppare la creatività e partecipare a quei pochi concorsi che non sono stati cancellati. L’Italia chiede di realizzare l’arte, in tutte le sue forme. Nei mesi di lockdown ho visto una vera e propria fame di tornare in teatro a suonare
A proposito della musica in rete la musicista ha delle perplessità, perché crede fermamente nei concerti dal vivo. «Il feedback tra gente e palco è diverso. Se tutti diventassimo musicisti online credo che prima o poi perderemmo lo spirito della musica. Ma anche io ho cantato sul balcone! È stato un momento commovente, di grande energia».
Abbiamo chiesto a Monique Chao che musica ama ascoltare. Ha selezionato cinque nomi nel panorama internazionale, da Taiwan a Napoli passando per gli Stati Uniti, per creare una playlist d’eccezione per il nostro canale Spotify. Siamo felici di presentarvela su Nuove Radici World Radio.
Foto: Brownie 2.0 Photography