Suo padre le ha sempre ripetuto che era italiana ma lei sentiva un senso di estraneità che non riusciva a definire e ha deciso di andare a scavare nelle sue origini. Da questo viaggio a ritroso è nato il racconto La straniera segreta, vincitore del Concorso Lingua Madre dell’edizione 2021. Natalia Marraffini il 17 giugno sarà a Torino per partecipare al workshop su diversity e letteratura organizzato da NRW. Scrittrice, youtuber e insegnante alle scuole superiori, l’autrice italoargentina ha uno sguardo attento al mondo dell’adolescenza nelle sue mille declinazioni di indagine identitaria. Attenzione che estende all’universo giovanile più in generale, perennemente in bilico tra i confini e le fragilità. Questi i temi principali che affronta nel suo libro Off-line, pubblicato alla fine del 2020, e nel podcast Confessioni di una millennial.
Una storia italoargentina come molte altre
Natalia Marraffini ripercorre con NRW la storia della sua famiglia che la accomuna a molte altre storie di migrazione tra Argentina e Italia del secolo scorso. «Sono nata a Vimercate nel 1991 e abito in provincia di Lecco ma mio padre è nato e cresciuto in Argentina». Poi scherza su di lui, raccontando che i suoi amici dicono che parli come papa Francesco. «I miei nonni, che avevano origini abruzzesi e napoletane, hanno deciso di spostarsi in Italia per cercare maggiore stabilità. Mio padre è voluto andare con loro, insieme a mia madre che, nel frattempo, aveva conosciuto in Argentina».
Il primo libro di Natalia Marraffini, nato durante la pandemia
Quando ha pubblicato il suo primo libro, Off-line, alla fine del 2020, il mondo era in balia dell’emergenza sanitaria. Si tratta di una narrazione in forma sperimentale e ibrida che affronta tre temi: il lockdown, che fa da sfondo, la società liquida dei giovani in equilibrio tra offline e online e uno spunto autobiografico che rimanda alla necessità di fare fronte ai traumi che riaffiorano dal passato.
In Off-line mi sono mossa in un contesto di esperienze autobiografiche riguardanti principalmente il precariato, la scuola, la didattica a distanza. Diciamo che questo libro l’ho scritto da “italiana” nel senso che, solo una volta terminata la stesura, ho sentito che dovevo iniziare un percorso di costruzione identitaria anche a partire dalle mie origini argentine
Il fallimento della scuola nella società fluida
Con il racconto vincitore del Concorso Lingua Madre, La straniera segreta, Natalia Marraffini ha finalmente ricomposto i vari pezzi legati alle sue origini, raggiungendo la consapevolezza della sua storia personale. «Le mie radici straniere hanno avuto forte influenza sulla costruzione della mia identità» spiega l’autrice.
Purtroppo la nostra società non contribuisce molto in questo senso. Le nuove generazioni non possono fare affidamento sul ruolo formativo della scuola, per esempio, che sta totalmente fallendo. Da insegnante, non vedo alcuna iniziativa da parte della scuola come istituzione. C’è solo l’entusiasmo dei singoli, mentre la scuola si tappa gli occhi, non vuole affrontare le rogne
Marraffini mette l’accento non solo su inclusività e immigrazione ma in generale sulla comprensione delle criticità dei giovani. «Vedo una barriera da parte dei colleghi, un arroccamento sugli stereotipi e di svalutazione delle nuove generazioni».
Cosa confessa una millennial?
Il podcast Confessioni di una millennial ha esordito nel 2021 con un episodio pilota, seguito da altre puntate nel corso del 2022, disponibili su Spotify. L’idea era di raccontare la generazione millennial uscendo dai cliché e attraverso un punto di vista femminile. Parlando di situazioni classiche come l’esperienza del primo stage, ma anche di tabù legati alla sessualità e le relazioni. «In futuro mi piacerebbe che questo podcast diventasse una raccolta o un romanzo» spiega Marraffini, confermando che per lei la multimedialità è il pane quotidiano. «Ho un canale YouTube e sono molto attiva sui social. Ma ammetto di avere una certa ansia ansia per il podcast rispetto alla telecamera. La voce è molto più intima e richiede una maggiore precisione mentre in video puoi sempre rimediare con un gesto o un’espressione del viso».
Natalia Marraffini al workshop di Torino
Cosa dire ad aspiranti scrittrici e scrittori che parteciperanno al workshop “Diversity leadership in letteratura” il 17 giugno? «Vorrei trasmettere i concetti che ho trattato in La straniera segreta» ci anticipa l’autrice italoargentina a proposito del racconto poi confluito nel podcast Confessioni di una millennial. «Ho visto che facendolo ascoltare agli studenti sia italiani sia di origine straniera, il comune denominatore è la speranza. Tutti sono ammirati dal percorso di crescita che emerge da quelle pagine. Quello che mi auguro è di trasmettere la fiducia nelle alternative rispetto alla scuola. Se la scuola rinchiude, molte altre porte, invece, si possono aprire».
Così come possono aprirsi strade alternative rispetto alla narrazione tradizionale e alle sue regole. Parlando di scrittura inclusiva, Marraffini dice perché no e sostiene la necessità di superare le barriere che ostacolano la libertà di espressione. «Non capisco chi prova fastidio e rigetto per il linguaggio inclusivo. Penso sia lecito portare avanti questa possibilità. Una lingua fluida fa parte della ricerca della propria identità».