In un giardino ai margini del centro di Milano c’è un tavolo intorno al quale lavora un gruppo di persone. Il laboratorio si chiama “Ri-tessere Nuovi Volti” e fa parte della seconda edizione della Biennale organizzata dall’associazione Milano Mediterranea, Twiza. Una quattro giorni (dal 15 al 18 giugno scorso) in cui si è parlato soprattutto di cosa significhi fare arte nel mondo attuale – dei progetti artistici di Milano Mediterranea nello spazio del Giambellino, ma non solo – con ospiti italiani e internazionali.
Sotto lo sguardo dell’artista Soukaina Abrour, vincitrice con questo progetto di una residenza di un mese a Milano Mediterranea nel 2023, e in collaborazione con il collettivo Serpica Naro, si lavora intorno a pochi volti di polistirolo su cui si appuntano stoffe, piume, colli di pelliccia per creare maschere. Teste brune e teste bionde si passano la colla e gli strass, desiderose di poter indossare le proprie maschere, che passano di mano in mano fino ad arrivare sotto il crochet dell’unica macchina da cucire sul tavolo. Sono fatte di materiali di recupero che, come spiegano a NRW, le donne del Giambellino hanno portato a Milano Mediterranea dopo aver intercettato al mercato rionale i volantini in italiano e arabo con cui l’associazione chiedeva materiale per il progetto di Soukaina Abrour. Lo chiamano fare collaborativo (do it togheter, che si sostituisce al do it yourself) e a guardare cosa accade intorno a questo tavolo si capisce che non sono solo parole.

Che cos’è il Twiza
Che cosa sia il Twiza ce lo spiega Anna Serlenga, cofondatrice di Milano Mediterranea nel 2020 insieme al compagno Rabii Brahim: «Twiza è nato nel primo anno di creazione del progetto di Milano Mediterranea con l’idea di celebrare il lavoro di produzione artistica che svolgiamo durante l’anno con le residenze nello spazio del quartiere». Quelle di Milano Mediterranea non si tengono in spazi chiusi e nati con una identità culturale come le più comuni residenze artistiche, ma in spazi aperti, come i locali del barbiere Z.6 di piazza Tirana, l’attrezzeria popolare ConservaMi o il CAG Paspartù di via Murialdo, dove Houssem Ben Rabia, il secondo residente del 2023 di Milano Mediterranea, ha lavorato in collaborazione con i cineasti di zona dell’Officina della produzione al suo progetto di racconto visuale del quartiere.

Il Twiza fuori dal Giambellino
Twiza è fatto anche dagli artisti che salgono sul palco allestito nel giardino di Largo Balestra: il comico di stand-up John Modupe, il portavoce del Blackn[è]ss Fest Sadiq Marco Oladipupo aka Roy Raheem, i BlackRootz e il danzatore libanese Bassam Abou Diab, solo per citare alcuni nomi presenti nel programma di quest’anno.
Se il quartiere Giambellino è così importante per Milano Mediterranea, non per questo chiude gli orizzonti del festival. Per i workshop – chiamati, forse in maniera troppo generica, “Scuola Decoloniale” – ci si sposta a BASE Milano per fare formazione sui modi di produrre e parlare di arte e, ancora più interessante, di archivi.
Che cosa produce la diaspora dal punto di vista artistico? Si può dire che il nome e il lavoro di alcuni venga usato in maniera “cosmetica” nei cartelloni delle istituzioni? E, soprattutto, non è che, quando parliamo di colonialismo, ce la caviamo dicendo che è stato “rimosso” per evitare di guardare in faccia non solo i monumenti ai caduti di Dogali ma alla colonialità che innerva i nostri vissuti? Queste alcuni dei temi che ci si è posti durante i workshop che si sono tenuti nelle sale di BASE Milano.

Nel giardino di Largo Balestra
Ma è nel giardino di Largo Balestra che si torna per la serata e a quel tavolo dietro alle tende dove le ricercatrici Alessandra Ferrini e Noura Tafeche discutono di archivi, di cosa significhi produrne o studiarne uno senza che venga risvegliata la memoria di sangue.
Il tavolo di Soukaina Abrour è ancora ingombro di passamanerie e pezzi di seta e alcuni bambini del quartiere indossano con l’aiuto suo e delle attiviste di Serpica Naro le maschere che hanno creato. Alcune sembrano elmi, altre dei passamontagna. Di sicuro per loro questa sera hanno un grande valore.