L’amore, o meglio l’ossessione amorosa, ai tempi di Internet. Niente è più privato, si sa, quando ci si espone sui social media. Ma la condivisione dei propri valori, interessi o semplicemente pensieri, si fa arma a doppio taglio. È come aprire una porta, senza però avere il potere di decidere chi può entrare. Sheena Patel, nata e cresciuta a Londra, una vita dietro le quinte di set televisvi e cinematografici, in questo Ti seguo (I’M A FAN), il suo primo libro pubblicato dalle edizioni BLU Atlantide, infila l’occhio nella serratura delle vite altrui. Il romanzo è la storia dell’ossessione erotica di una ragazza verso un uomo molto più grande di lei e di lei molto più ricco e famoso. Col tempo questa ossessione si allarga, abbracciando la moglie di quest’uomo e soprattutto una nota influencer, ora scrittrice di successo, con cui lui ha avuto una travolgente storia d’amore. La protagonista scava nella vita di queste persone attraverso la lente deformata dei social network, partecipa ai loro eventi, passeggia nei loro parchi, spia le loro case e ricostruisce i loro rapporti, sapendo di esserne, in fin dei conti, esclusa. Shena Patel fa propria la recente tradizione narrativa di Zadie Smith, Sally Rooney e Naoise Dolan oltrepassandola e, in un certo senso, modificandone il segno. Mostrando il desiderio femminile in modo potente e spietato con uno stile personale e dirompente, l’autrice guarda dentro le nostre ossessioni più segrete e in quelle della società occidentale, svelando i suoi rapporti di classe, di sesso e di potere. Nel libro Sheena Patel, sembra condividere le sue radici con la protagonista. In un gioco degli specchi che rimanda ai nostri tempi digitali, dove nulla è più vero della finzione se viene scolpito in rete. «Sono abituata a chiedermi se sono brava abbastanza. Sono abituata a nascondere parti di me ai miei genitori, a nascondere parti di me ai miei amici, a nascondere parti di me ai ragazzi che mi piacevano, e a nascondere parti di me alla società a cui appartenevano perché non gradivano le mie parti di colore marrone, e poi a nascondere parti di me alla mia famiglia che non gradiva le parti di me che amavano le droghe e la musica techno e star fuori tutta la notte e il sesso e i cazzi e la fica e gli orgasmi e l’alcol e la libertà. Sono abituata a vivere dentro la vergogna, sono abituata a stare fuori, con il mio respiro che appanna il vetro, mentre imploro di farmi entrare. Sono assolutamente preparata per questa relazione clandestina. E’ tossica e familiare». Fabio Poletti

Sheena PatelTi seguo (I’M A FAN)traduzione di Clara Nubile2022 BLU Atlantidepagine 224 euro 17,50

Per gentile concessione dell’autrice Sheena Patel e dell’editore BLU Atlantide pubblichiamo un estratto dal libro Ti seguo (I’M A FAN).DavveroSeguo ossessivamente una donna su Internet, va a letto con lo stesso uomo con cui vado a letto io. A volte quando guardo le sue storie con troppa foga, la blocco temporaneamente così non può vedere che ricarico la sua pagina quindici volte in un minuto, lo faccio distratta mentre Netflix scorre sullo sfondo del mio laptop, mi si contorce lo stomaco di piacere quando compare il cerchietto rosso sulla foto del suo profilo. Lei ha decine di migliaia di follower, ha la spunta blu, ed è la figlia di un tizio famoso in America. Frotte infinite di bianchi lasciano commenti adoranti sotto i suoi post, in cui esprime opinioni su oggetti casalinghi che non ho mai neanche preso in considerazione; lei ha gusti decisi sulle candele in cera d’api, stende tovaglie raffinate come anteprima delle cene, sa dove comprare stoviglie in ceramica in edizione limitata da vasai di una certa fama, sborsa tutta felice 300 dollari per un vaso che riempie di fiori di finocchio davvero, davvero biologico, perché come dice lei c’è biologico e biologico; si regala un anello da 500 dollari in un momento di difficoltà economiche per il resto del mondo e ce lo sbatte in faccia con un selfie. Su Instagram usa un filtro che cancella i suoi difetti, le assottiglia le guance e, come una sostanza radioattiva, elimina le due profonde rughe a forma di “V” che porta incise sulla fronte, le spuntano se inarca le sopracciglia. Quando le vedo, provo una soddisfazione totale, malata. Lei ordina cibo da asporto nei ristoranti giusti, sembra che conosca tutti, davvero tutti, nelle sfere più alte della società, è accettata in quelle cerchie che a me risultano inaccessibili. A volte mi chiedo cosa le direi se la dovessi incontrare, davvero le direi della nostra connessione? Le direi che so dove abita, le direi come ho fatto a capire che aveva rotto col suo fidanzato? Le direi che so come mai il tono delle sue storie è cambiato, l’uomo con cui andiamo a letto tutte e due, ovvero l’uomo con cui voglio stare, l’ha rimproverata per aver abusato della privacy l’ultima volta che si sono visti. Le direi che so chi è il suo ex marito, ho visto la sua nuova famiglia e adesso sembra felice, più felice di com’era nelle loro foto insieme, le direi che so chi sono tutti i suoi amici, e che guardo anche le loro storie, le direi che faccio gli screenshot dei suoi selfie e studio con una tale attenzione la sua faccia che a volte temo di aver preso alcune sue espressioni facciali o inflessioni di tono, perché l’ascolto più volte prima di andare a dormire, l’ascolto mentre conversa con il padre su YouTube. Mi avvicinerei a lei per annusarla, per sentire cosa provava lui quando la toccava. Perlustrerei con la lingua la tua bocca, la tua bocca dentro, per scoprire cos’ha di tanto irresistibile, mi struscerei contro di te – voglio sapere esattamente come si muove il tuo corpo quando sei eccitata, capire perché lui ha smesso di scopare me per scopare te.Dimmi cosa voglioRicarico, ricarico, ricarico, ricarico la pagina. La donna da cui sono ossessionata di solito posta a quest’ora. Sto guardando distratta Una mamma per amica sul mio laptop. Ricarico di nuovo la pagina e all’improvviso, la nona volta che faccio refresh, i quadratini delle sue foto si trascinano a destra, diventano bianchi, poi riprendono colore ed ecco un nuovo post: una selezione dei prodotti che vende su Terroir, il webshop che ha creato. Forse ci guadagna, forse no, ma senza badare a questo piccolo inconveniente, fondare un webshop indipendente è la nuova tendenza dei ricchi. Tutti i suoi amici hanno spazi online altrettanto raffinati in cui pubblicizzano creme per la pelle, mobili costosi o utensili da cucina: oggetti estrapolati dal loro contesto culturale e piazzati astutamente in casa per renderti più interessante. È così che ho saputo dell’arredamento in stile mid-century. Penso ai banali armadi a muro in finto legno dei miei genitori, di sicuro roba di plastica impiallacciata: li avranno scelti con orgoglio sulla rivista di un magazzino all’ingrosso a Sudbury.So che la donna da cui sono ossessionata ne ha tanti di questi amici che dettano tendenze: acquistare bellezza li alimenta, proprio come il cibo. Uno di questi suoi amici posta interni di artisti famosi, come fa lei. Lo so perché seguo ossessivamente anche lui, nel caso pubblichi foto di lei, perché voglio sapere cosa indossa tutti i giorni, e questo mi fa sentire di merda, ma sento anche di aver raggiunto un obiettivo quando lo scopro, nonostante perda una piccola parte di me ogni volta che faccio uno screenshot di una sua foto o del suo nuovo monolocale a Marfa, adesso che è single, o del vecchio appartamento che divideva col suo ex o della casa del padre, dove cerco di mappare la geografia delle stanze. Salvo gli screenshot nell’album del mio telefono, e quando lo sfoglio mi sembra quasi di avere una cara carissima amica, della quale celebro la vita come se volessi conservare i suoi ricordi preziosi assieme ai miei. Non ho opinioni in tema di arredamento. Se mai avrò una casa, non saprò come arredarla. Non possiedo niente che mostri agli altri quanto io faccia tendenza, o quanto sia adulta nei miei gusti. Occupo gli spazi che già esistono, faccio le contorsioni per stare dentro una forma che mi è stata assegnata. Non possiedo niente. Il pensiero di comprare ogni singolo oggetto dall’antiquario è estenuante, esaltante e costoso. Clicco sui negozi che ha taggato la donna da cui sono ossessionata, le persone che ringrazia, i pittori che consiglia nelle storie, incluso un link per acquistare un quadro. Voglio sapere il prezzo di un dipinto che lei orienta in base alla luce del sole, l’ha messo sulla mensola del camino che è bella colorata, e nel post ci sono gli hashtag dell’architetto che ha costruito il camino e del pittore che ha dipinto il quadro. Su Google cerco “prezzo” e il nome dell’artista, che è morto, e le sue opere costano tra i 15.000 e i 20.000 dollari e mi casca la mascella: anch’io voglio questo quadro, ma come si fa e dove si va per comprare i quadri? O forse voglio solo i soldi per comprare un quadro, ma in realtà ciò che voglio è più difficile da ottenere, innanzitutto voglio sapere quali quadri vale la pena comprare, e voglio anche la convinzione innata che merito di stare in un ambiente in cui appendere quadri ai muri, perché solo così posso sentirmi a casa. Leggo la didascalia del suo nuovo post: vieni al nostro mercatino a casa di un’amica a Notting Hill, scrivimi in privato per i dettagli. Il post è una miscellanea grafica degli articoli venduti su Terroir, gli oggetti sono appesi su uno sfondo bianco come se non avessero più corpo. Questo suo business diventa unico perché lei è la figlia di un tizio famoso per il rigore estetico, e se sei disposto a sborsare un minimo di 500 dollari forse anche tu potresti accedere a questo tipo di educazione. Penso, è la mia occasione.© Sheena Patel, 2022© Edizioni di Atlantide srl, 2022