Nell’anniversario per i dieci anni dalla fondazione di Black Lives Matter, a quasi due secoli dalla sua pubblicazione, Stilo Editrice propone per la prima volta un classico della letteratura afroamericana e dei diritti civili. Si tratta di Schiava e libera Storia di Sojourner Truth pioniera dei diritti civili, nell’edizione curata e con la traduzione di Raoul Lolli. Non sapeva leggere né scrivere Sojourner Truth. Nasce schiava tra il 1797 e il 1800 nello Stato di New York. Viene venduta a quattro padroni diversi, prima di fuggire nel 1826 e raggiungere la libertà. Lei che era nata Isabella Baumfree, una dei tredici figli di James ed Elizabeth Baumfree, anch’essi schiavi, sceglie di chiamarsi truth come verità, sojourner come soggiornare, insieme come presenza di verità. Nel 1851, in Ohio, pronuncia quello che resta il suo discorso più famoso, conosciuto con il titolo Ain’t I a Woman?, citato ancora ai nostri giorni per la sua forza e per la immediata capacità di comunicazione. «Quell’uomo sta dicendo che le donne hanno bisogno di essere aiutate a salire su delle carrozze. Non mi ha aiutata mai nessuno a salire su una carrozza, o a uscire dalle pozze di fango, e nessuno mi ha mai offerto un posto migliore! E non sono forse una donna? Guardatemi. Guardate le mie braccia! Ho lavorato nelle piantagioni e ho coltivato i campi mettendo il fieno nei fienili e nessun uomo mi ha mai aiutata! E non sono, forse, una donna? Ho dato alla luce tredici bambini e visto la maggior parte di loro essere venduta come schiava, e quando ho gridato il dolore di una madre nessuno mi ha ascoltato, tranne Gesù. E non sono, forse, una donna?». Mentre è a Washington sale sui mezzi di trasporto riservati ai bianchi, quasi un secolo prima di Rosa Parks. Dopo la guerra civile, lotta per i diritti delle donne afroamericane e riesce anche a riscattare il giovane figlio, segnando così il primo caso in cui una donna nera vince una causa contro un uomo bianco. Nel 1858 qualcuno interrompe uno dei suoi discorsi e la accusa di essere un uomo. Per tutta risposta Sojourner Truth si apre la camicetta e mostra i seni. Nella sua lunga carriera di attivista viene ricevuta anche da due presidenti, Abramo Lincoln che «firmò la dichiarazione di morte alla schiavitù» e Ulysses S. Grant che concesse il diritto di voto ai neri. Sojourner Truth muore a Battle Creek, in Michigan, nel 1883. Nel 2009 è la prima donna nera ad essere onorata con un busto posto all’interno del Campidoglio degli Stati Uniti, sede del Congresso degli Stati Uniti d’America. Fabio Poletti
a cura e traduzione di Raoul Lolli Schiava e libera. Storia di Sojourner Truth pioniera dei diritti civili 2023 Stilo Editrice pagine 140 euro 16
Per gentile concessione dell’editore Stilo pubblichiamo un estratto dal libro Schiava e libera.
In quei giorni c’erano poche donne che si azzardavano a ‘parlare in pubblico’ e i maestri più prestigiosi della legge sembravano avere la meglio su di noi; men- tre i ragazzi dalle tribune e chi ci scherniva dai banchi pregustavano lo sconcerto di chi aveva fatto valere le proprie idee. Alcune delle amiche più sensibili erano sul punto di scoppiare in lacrime e l’atmosfera del convegno lasciava presagire che ci sarebbe stato del trambusto. Sojourner Truth, che fino a quel momento aveva appena sollevato la testa, si alzò lentamente dalla postazione nell’angolo. «Non fatela parlare!», sussurrò una mezza dozzina di persone al mio orecchio. Lei avanzò lenta e solenne, depositò il vecchio cappello ai propri piedi e volse il suo sguardo espressivo verso di me. Ci fu un sibilo di disapprovazione sia in alto che in basso. Mi alzai e annunciai: «Sojourner Truth». Poi chiesi alla platea di fare silenzio per alcuni istanti. Il baccano cessò immediatamente e ogni sguardo era fisso sul suo aspetto simile a un’Amazzone: alta circa un metro e ottanta, la testa diritta, gli occhi che trafiggevano l’aria sopra di lei, come se sognasse. Quando aprì bocca, ci fu un intenso mormorio. Parlò in tono profondo e, senza alzare la voce, raggiunse ogni orecchio in sala, e la folla stipata alle porte e alle finestre: «Allora, figlioli, se fate tanto baccano deve esserci qualcosa che non va per il verso giusto. Ritengo che se i neri del Sud e le donne del Nord si mettono insieme e parlano di diritti, presto i maschi bianchi saranno in difficoltà. Ma di cosa parliamo noi, qui? Quel signore laggiù in fondo dice che noi donne abbiamo bisogno d’aiuto per salire in carrozza, saltare i fossati e ottenere i posti migliori. Nessuno mi ha mai aiutato a salire in carrozza o mi ha mai offerto il posto migliore [e sollevandosi in tutta la sua altezza con la voce acuta come il tuono, chiese]: Non sono una donna, io? Guardatemi! Guardate il braccio! [Si tirò su la manica destra fino alla spalla, mostrando la tremenda forza muscolare]. Ho seminato, arato e raccolto nei fienili, ma nessun uomo riusciva a tenermi testa. E non sono una donna, io? Poi parlano di ciò che abbiamo in testa. Come si chiama già?». «Intelligenza», sussurrò qualcuno nelle vicinanze. «Proprio quella, tesoro! Cosa c’entra con i diritti delle donne e dei neri? Se il mio boccale contiene una pinta, e il tuo, invece, un quarto di gallone, non sei forse avaro se non riempi la mia mezza misura?» . Indicò il prelato che aveva sostenuto l’argomento e gli puntò contro il suo sguardo appassionato. L’acclamazione fu lunga e vibrante. «Allora, quell’ometto vestito di nero dice che le donne non possono avere gli stessi diritti degli uomini, perché Cristo non era una donna. Ma da dove è venuto il suo Cristo?». Una scarica di tuoni non avrebbe potuto zittire quella folla più di quanto fece la sua intonazione profonda e meravigliosa, mentre se ne stava lì in piedi con le braccia tese e lo sguardo di fuoco. Alzò ancor più la voce e ripeté: «Da dove è venuto il suo Cristo? Da Dio e da una donna. L’uomo non ci ha avuto niente a che fare». Oh, che strigliata ha dato a quell’ometto! Si girò ancora verso un altro oppositore e prese le difese di nostra madre Eva. Non riesco a riportare tutto, ma fu tagliente, arguta e solenne. Quasi ad ogni frase suscitò applausi assordanti e concluse affermando: «Se la prima donna che Dio ha creato, da sola è stata abbastanza forte da mettere il mondo sottosopra, tutte queste insieme [e alzò lo sguardo su di noi] dovrebbero riuscire a rivoltarlo di nuovo per il verso giusto. Ora che chiedono di poterlo fare, è meglio se voi uomini glielo lasciate fare». L’acclamazione continuò a lungo. «Vi sono grata per avermi ascoltato. Ora la vecchia Sojourner non ha più niente da dire». In mezzo al boato di applausi, si ritirò nel suo angolo e lasciò più di una di noi con le lacrime agli occhi e il cuore pulsante di gratitudine. Ci aveva preso tra le sue braccia con forza e, con sicurezza, ci aveva condotto fuori dalle acque paludose della difficoltà, indirizzando la corrente a nostro favore. Nella mia vita non ho mai visto nulla di paragonabile al magico ascendente che placò lo spirito rissoso della giornata e trasformò le beffe e gli scherni della folla agitata in note di rispetto e ammirazione. In centinaia si accalcarono per stringerle la mano, si congratularono con quella madre già anziana e piena di gloria e invocarono Dio affinché portasse avanti la sua missione di ‘testimone contro la cattiveria di questa gente’. Nello stesso articolo, la signora Gage riferisce quanto segue: Una volta, durante un Sabbath in Michigan, si tenne una riunione di abolizionisti. Parker Pillsbury era l’oratore e criticava liberamente la condotta delle chiese in rapporto alla schiavitù. Mentre parlava, si sollevò un terribile temporale. Un giovane metodista si alzò e, interrompendo l’oratore, disse che era allarmato. Aveva la sensazione che il giudizio di Dio stesse per scagliarsi contro di lui, perché aveva osato sedersi ad ascoltare una tale blasfemia e che gli si rizzavano i capelli dalla paura. Poi si udì una voce risuonare sopra la pioggia che batteva sui tetti, sul vento che soffiava forte, sui rami che si spezzavano e sui tuoni che rimbombavano: «Figliolo, non aver paura. Nessuno ti farà del male. E non credo proprio che qualcuno abbia rivelato a Dio ciò che hai ascoltato». Fu tutto quanto lei disse, ma fu abbastanza.
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