Sono passati quasi dieci anni dai riots che incendiarono Los Angeles dopo l’omicidio di Rodney King, il taxista afroamericano ucciso a botte dai poliziotti che poi vennero assolti. Ma l’America rimane sempre quella. Sullo sfondo di omicidi razziali la scrittrice Steph Cha, in questo La tua casa pagherà edito da 21Lettere, riesce a coniugare passato e presente, a far dialogare minoranze afroamericane ed asiatiche, dove gli ultimi sono sempre più ultimi. A far da cornice la storia vera di Latasha Harlins, 15 anni, afroamericana, entrata in uno store di South Central, il ghetto di Los Angeles dove una persona su tre non aveva abbastanza soldi per sopravvivere. Era il 16 marzo 1991. Il succo di arancia messo per comodità in uno zainetto le sarà fatale. Soon Ja Do, la proprietaria del negozio di origini coreane giurerà di non aver visto i due dollari che Latasha aveva in mano per pagare. Quando la ragazza le darà le spalle dopo una brevissima colluttazione, Soon Ja Do che pensava di subire una rapina, le sparerà un solo colpo di pistola alla nuca da un metro di distanza. Nei ghetti dove si muore oggi come allora, dove la polizia invece di garantire l’ordine insanguina spesso impunemente le strade, sono solo le armi a dettare legge. Chiunque le impugni è giustiziere ma prima ancora vittima a sua volta. Steph Cha, scrittrice di origini coreane, in questo libro riesce a mettere insieme la memoria, i sensi di colpa e la vita quotidiana intrisa di violenza delle minoranze. Perché come dice lei: «Vedete, non importa cosa fai quando sei nero in America. Puoi anche trovarti nel tuo quartiere, nella tua strada, un poliziotto può sorprenderti persino nel tuo stesso cortile. Puoi anche essere disarmato, ma qualcuno potrà comunque ucciderti con la piena protezione della legge». Fabio Poletti
Steph Cha
La tua casa pagherà
traduzione di Andrea Russo
2020 21lettere
pagine 380 euro 18
Per gentile concessione dell’autrice Steph Cha e dell’editore 21lettere pubblichiamo un breve estratto dal libro La tua casa pagherà.
Venerdì 8 marzo 1991
“Ecco, ci siamo”, disse Ava. “E adesso come li troviamo quei coglioni?”
Shawn fissò a bocca aperta la folla dall’altro lato della strada. Il film non sarebbe dovuto iniziare prima di un’altra ora e mezza, ma c’erano già centinaia di persone in attesa fuori dal cinema. C’era già buio, era difficile distinguere i volti nonostante la fila ordinata di lampioni sul marciapiede. Ava gli aveva detto che Westwood era territorio dei bianchi, ma lì erano quasi tutti neri, molti di loro ragazzi delle superiori. Si sarebbero dovuti avvicinare di più per beccare Ray e i suoi amici.
Mentre attraversavano la strada, Ava lo prese per mano. Shawn la tirò indietro, pensando a tutti quei ragazzi più grandi che lo avrebbero visto farsi trascinare dalla sorella. “Dai, Ava, non sono mica un bambino”.
“E chi dice che sei un bambino? Solo, non voglio perderti”.
Camminarono lentamente sul marciapiede, partendo dalla biglietteria, dove l’insegna sovrastante annunciava gli orari di New Jack City. Shawn sorrise. Era tutta la settimana che aspettava quella sera. A scuola tutti ne parlavano, e lui sarebbe andato alla prima serata di programmazione. Non importava che fosse lì solo perché Ray e Ava erano stati costretti da zia Sheila a portarselo dietro, quando le avevano detto che avrebbero visto Zanna bianca. Adesso era lì, per intrufolarsi nella sala di un film vietato ai minori, proprio come loro.
© 2019 Stephanie Cha
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