Ma davvero si sente la differenza tra le due ultime amministrazioni americane? All’apparenza tra il tycoon sbruffone Donald Trump e il moderato Joe Biden sembra esserci un abisso. A guardar bene, a guardare a quello che succede negli Usa, il mantra per cui tra l’elefante repubblicano e l’asinello democratico – sono i due simboli dei partiti – oramai non c’è più differenza perché in mano alle lobby che pensano solo agli affari, potrebbe non essere del tutto sbagliato. L’America alla fine è quella di sempre: le minoranze soprattutto quella afroamericana stanno peggio, chi ha i soldi ne fa sempre di più, le stragi infinite non hanno ancora portato ad un reale controllo sulla vendita delle armi, la sanità continua ad essere prerogativa di chi può permettersi le assicurazioni migliori e – dulcis in fondo – la vicepresidente afroamericana Kamala Harris che al confine con il Messico invita gli immigrati a stare a casa loro, non ci pare così diversa dal peggior Matteo Salvini. Eppure, c’è sempre un eppure, ci sono quattro donne dell’amministrazione Usa, immigrate, spesso con un passato turbolento dove la fame non è una cosa detta tanto per dire, che cercano di fare la differenza. Sono le “figlie” di Bernie Sanders, il candidato più socialista che dalle primarie democratiche ha cercato di dare l’assalto alla Casa Bianca. Francesco Foti, in questo La Squadra pubblicato dalle edizioni People, racconta le storie, le idee, lo stile di queste quattro donne che stanno cambiando il volto della politica Usa, offrendo a Biden e ai democratici un’opportunità di rilancio unica, in vista delle elezioni di medio-termine del 2022 e delle presidenziali del 2024. Sono Alexandria Ocasio-Ortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Presley. Sono The Squad, il futuro della politica Usa, la democrazia più grande del mondo. Parola assai abusata che The Squad potrebbe rivitalizzare. Fabio PolettiFrancesco FotiLa squadraIl futuro del progressismo in America2022 Peoplepagine 128 euro 14

Per gentile concessione dell’autore Francesco Foti e dell’editore People pubblichiamo un estratto dal libro La squadra.Come diceva Rod Stewart, Every Picture Tells a Story, ogni immagine racconta una storia, e vuole il caso che proprio da una foto, scattata il 12 novembre 2018, cominci questa storia.Il luogo è New York, in un auditorium di Times Square dove si svolge un evento promosso da VoteRunLead, un’importante organizzazione no profit che promuove l’impegno femminile in politica. I soggetti della foto sono quattro donne, sedute l’una a fianco dell’altra al tavolo dei relatori del panel di cui saranno protagoniste solo pochi minuti dopo. Il titolo dell’evento è “New Faces in Congress” (‘Volti nuovo al Congresso’), e infatti si tratta di quattro deputate neoelette: Alexandria Ocasio- Cortez , Ilhan Omar, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib. In quel novembre di alcuni anni fa sono salite agli onori della cronaca per essere il simbolo della Blue Wave, l’ondata di seggi ottenuti dal Partito Democratico alle elezioni di medio termine del novembre 2018 che hanno permesso al partito dell’asinello di riconquistare dopo molti anni la maggioranza alla House of Representatives. Ne sono il simbolo non tanto perché provengono da collegi contesi strappati ai repubblicani – anzi, per la verità tutte e quattro sono state elette in autentiche roccaforti democratiche – ma perché forse meglio di chiunque altro riassumono gli elementi che hanno caratterizzato quella tornata elettorale: sono donne, giovani, estranee alle élite, alla loro prima esperienza a Washington, convintamente di sinistra e con storie e origini che somigliano molto di più alla reale composizione demografica degli Stati Uniti del terzo millennio rispetto alla media dei rappresentanti eletti al Congresso.All’epoca della foto, la ventinovenne Alexandria Ocasio-Cortez è la più giovane donna mai eletta al Congresso degli Stati Uniti. Newyorchese del popolare e multietnico quartiere del Bronx, aoc – come è presto ribattezzata – è la nuova rappresentante del quattordicesimo distretto della metropoli della costa orientale grazie al suo inatteso trionfo alle primarie di qualche mese prima, dove ha sconfitto a sorpresa Joe Crowley, capogruppo democratico alla Camera e uno dei politici più importanti del Paese. Ocasio-Cortez viene da una famiglia piccolo-borghese di origine portoricana, caduta in disgrazia a causa della prematura morte del padre, mancato per un male incurabile quando la giovane sta terminando il college, costringendola ad abbandonare una promettente carriera nelle istituzioni verso la quale era avviata per sostenere la famiglia. Al momento della sua elezione è una cameriera costretta a fare doppi e a volte tripli turni per mantenersi con il salario minimo. Nel giro di qualche mese diventa una delle figure più in vista della politica americana. È considerata da più parti l’erede naturale di Bernie Sanders, quella che ne raccoglierà il testimone come leader della sinistra americana.Ilhan Omar, allora trentaseienne, è, con Rashida Tlaib, la prima donna di religione musulmana mai eletta al Congresso, ma è anche la prima donna africana naturalizzata statunitense a ricoprire quel ruolo, e soprattutto è la prima rifugiata. Omar, infatti, è nata a Mogadiscio, in Somalia, Paese che ha dovuto lasciare ancora bambina per fuggire dalla guerra civile, passando i successivi quattro anni nel campo profughi di Dadaab in Kenya, per poi arrivare finalmente negli Stati Uniti nel 1995, a 13 anni. Dopo la laurea in scienze politiche e una brevissima carriera accademica, Omar si impegna in politica nel Democratic-Farmer-Labor Party del Minnesota, lo Stato dove la sua famiglia si è stabilita poco dopo l’arrivo negli Usa. Dopo qualche anno da organizzatrice e campaign manager per candidati del partito di sinistra affiliato al Partito Democratico nazionale, nel 2016 Ilhan si candida per la prima volta e viene eletta alla Camera dello Stato del Minnesota, incarico che lascerà due anni dopo per il Congresso degli Stati Uniti, come rappresentante del quinto distretto del suo Stato. Dopo Ocasio-Cortez, è certamente la figura più in vista della Squad. È, in particolare, la più attiva sul fronte della politica estera, anche in virtù della sua storia personale così peculiare.La quarantatreenne Ayanna Pressley è la prima donna nera a rappresentare il Massachusetts al Congresso. Come aoc, anche lei è arrivata a questo incarico sconfiggendo alle primarie un importante deputato democratico, Michael Capuano. Cresciuta a Chicago in una situazione familiare disastrosa – il padre tossicodipendente passerà i primi sedici anni della vita di Pressley per lo più in prigione – grazie agli sforzi enormi della madre riesce a entrare in una delle migliori scuole della città, dove diviene leader studentesca. Nonostante sia costretta a lasciare gli studi universitari per sostenere la madre rimasta senza lavoro, la sua passione politica la porta a ottenere ruoli di prestigio negli staff prima del senatore Ted Kennedy e poi di John Kerry, già candidato Presidente per i democratici nel 2004. Nel 2009 Ayanna viene eletta al consiglio comunale di Boston – dove vive dai tempi degli studi universitari –, prima donna di colore a ricoprire quell’incarico nella storia della città. Prima di arrivare al Congresso, verrà rieletta al Consiglio Comunale per altre quattro volte, risultando la candidata più votata in assoluto per ben tre di queste. È la componente della Squad con la maggiore esperienza nelle istituzioni, la più pragmatica e quella che fa da “ufficiale di collegamento” con il resto dei progressisti al Congresso, in particolare con la senatrice Elizabeth Warren, cui è molto legata.Rashida Tlaib nasce nel 1976 a Detroit, in Michigan, prima di quattordici figli di due modesti immigrati provenienti dalla Palestina. Come la maggior parte degli abitanti della parte sud di Detroit, suo padre lavora nell’industria automobilistica, come operaio per la Ford. L’estrema indigenza in cui versavano la sua famiglia e i suoi vicini e il pesantissimo inquinamento del suo quartiere segneranno la sua coscienza civile, impegnandola in prima persona in una battaglia civile e politica contro il miliardario palazzinaro Matty Moroun che la renderà una paladina della gente di Detroit. Tlaib, come aoc, è un’attivista dei Democrat Socialist of America, un partito della sinistra radicale, per lo meno per gli standard statunitensi. Laureata in scienze politiche e in giurisprudenza, ha alle spalle tre mandati nella Camera del suo Stato e un’esperienza come avvocata in una no profit che offre supporto legale agli indigenti e ai lavoratori.Ma i tratti biografici non sono l’unica cosa che accomuna questo gruppo di deputate.Tutte hanno in passato partecipato alla campagna per le primarie di Bernie Sanders, e tutte condividono i punti centrali della piattaforma con cui nel 2016 il senatore del Vermont ha raccolto 13 milioni di voti e cambiato radicalmente il volto del Partito Democratico. Innalzamento del salario minimo, sanità gratuita per tutte e tutti, lotta al cambiamento climatico, legalizzazione federale della cannabis, massimo sostegno ai diritti lgbtq+ e maggiore progressività fiscale sono solo alcune delle battaglie che tutte condividono e per le quali si sono candidate alla House of Representatives.© 2022 People s.r.l.