Il suo nome significa brezza. Ma Nasim Eshqi è un uragano. Lo è sempre stata, anche da bambina, quando il padre le impose il velo a 7 anni e lei sognava di essere un maschio e si tagliava i capelli corti, per non sottomettersi alla legge islamica. Nasim Eshqi, insieme a Francesca Borghetti, si racconta in questo libro, Ero roccia, ora sono montagna, pubblicato da Garzanti. Il racconto autobiografico parte da questa bambina assai vivace, che alleva un’aquila e smette di fare kickboxing anche per non indossare la hijab e si avvicina all’alpinismo e al freeclimbing. Se in città era costretta ad andare in giro velata, in montagna era libera di togliersi il velo prima di affrontare le rocce a mani nude coperte solo di polvere di magnesio per avere una maggiore presa. Ma tutto questo ha avuto un prezzo: è stata fermata decine di volte dalla Polizia Morale di Teheran e trattenuta per giorni in cella in isolamento, solo per essersi arrampicata insieme agli uomini, per essere andata in giro in bicicletta o per non aver indossato correttamente il velo. Nasim Eshqi, nata il primo giorno di primavera, è l’unica alpinista professionista iraniana, nota per l’apertura di oltre cento nuove vie tra Europa e Medio Oriente. Oltre allo sviluppo di pareti in aree remote, si dedica all’empowerment delle nuove generazioni e soprattutto delle giovani donne, con un impatto che va oltre l’arrampicata. Attraverso incontri e conferenze, promuove l’espressione individuale e l’importanza di essere autentici. La sua battaglia personale contro l’oppressione della libertà personale ha fatto di lei una paladina dei diritti delle donne e l’ha incoraggiata a raccontare la propria storia in questo libro. Come riconoscimento per il suo operato, le sono stati conferiti il premio King Albert II Memorial e la cittadinanza onoraria di Napoli. Dopo le rivolte del 2022 e la stretta del regime, Nazim Eshqi ha deciso di esporsi in prima persona dando voce, attraverso i suoi social network, a tutte le donne vittime di soprusi. Per farlo ha dovuto sacrificare tutto ciò che aveva costruito nella sua terra, ma la forza di credere in sé stessa e nelle proprie possibilità non l’ha mai abbandonata: denunciando gli orrori e le violenze della repubblica islamica, Nasim ha fatto della propria storia un modello di libertà in Iran e nel mondo. In un’intervista rilasciata al sito di Gariwo nel 2023, Nasim Eshqi ha spiegato perché non vuole ritornare nel suo Paese: «Ora in Iran rischierei la vita e sarei inutile. Qui posso fare molto di più. Posso raccontare cosa accade nel mio Paese, condividere immagini e parole della ribellione, denunciare la brutalità della repressione». Fabio Poletti

Nasim Eshqi Francesca Borghetti
Ero roccia, ora sono montagna
La mia battaglia per la libertà delle donne in Iran e nel mondo
2024 Garzanti
pagine 176 euro 18