Vuole avere un’idea di quanto sia ancora marginale la presenza degli attori neri sugli schermi e quanto siano stereotipati i ruoli che scrivono per noi? A me ad alcune audizioni è capitato chiedessero di “fare finta” di parlare male l’italiano
Alioune Badiane ha solo 23 anni ma tiene lo sguardo fisso sull’interlocutore e mentre parla pesa ogni singola parola. Lui nella recitazione dice di aver trovato un modo di superare il giudizio degli altri. Su un palco per la prima volta ci è arrivato dopo un periodo non facile, quando dopo una bocciatura sentiva di aver deluso la sua famiglia, a partire da suo padre, arrivato a Pisa da Dakar nel 1988. “Tu sei l’unico dei tuoi cugini nato in Europa, hai tutto da dimostrare”, gli ripeteva.
Nelle foto del suo terzo compleanno, trascorso in Senegal, Alioune spicca tra i cugini perché è il più chiaro, non solo l’unico nato in Europa ma anche l’unico figlio di una coppia mista
A scuola era andata male e anche nel calcio, nonostante i tre allenamenti a settimana, non stava raggiungendo i risultati sperati. «Ricordo che ero molto nervoso», racconta a NRW. «Poi è intervenuta mia madre e mi ha presentato alla compagnia con la quale faceva teatro. Mi dava i suoi appunti e mi prestava i suoi libri di dizione. Il primo spettacolo è stato Il servitore di due padroni. Il teatro mi ha cambiato, mi ha insegnato a stare su un palco e a parlare di fronte agli estranei».
«La disponibilità di ruoli è aumentata ma siamo lontani da una vera rappresentanza, paragonabile a quello che uno può vedere in Francia, con loro la differenza è colossale. Nel cinema italiano noi afrodiscendenti siamo ancora molto pochi, e non c’è stato ancora nessuno che abbia vinto un David. Le cose sono cambiate di più nel mondo della moda ma, anche se ho fatto qualche shooting fotografico, io l’attenzione la voglio attirare per le mie capacità attoriali, non per quello che indosso».
Dall’actor coach a Riccardo Scamarcio
L’actor coach Alberto Viola è venuto dopo. Così come l’agenzia Black and White e gli spot per Nivea e Poltrone e Sofà. Negli anni, Alioune Badiane ha sviluppato i suoi trucchi, «Quando ti ritrovi a 21 anni solo in una scena sei molto teso, senti tutta l’attenzione su di te e sai che non vuoi sbagliare. Ho imparato che meno penso a quello che devo dire e più mi concentro. Ma per fare questo devo conoscere tutte le battute, anche quelle degli altri. Poi una volta che sono sul set penso solo a ciò che devo fare. Avevo questa scena in un film che uscirà nel 2022, Praticamente orfano, in cui dovevo catturare Riccardo Scamarcio. E a questo pensavo io sul set: a prendere Scamarcio».
Al momento sta aspettando di tornare sul set di Fiori di Baggio del regista Federico Rizzo, che vorrebbe presentarlo a Venezia nel 2022, in cui ha un ruolo di coprotagonista
«Interpreto un bravo ragazzo, che tende a farsi un po’ plagiare dalla sua ragazza e in passato ha subito del bullismo». Se la maggior parte delle scene sono ambientate a Milano, Badiane spiega che alcune riprese verranno fatte anche in Puglia.
Alla domanda su quale sia il suo sogno attoriale, Badiane in prima battuta risponde lavorare con Martin Scorsese, fare un film di gangster. Poi si corregge, e spiega che siccome è un grande fan della Marvel il vero sogno sarebbe interpretare un supereroe «come il The Rock di Dwayne Johnson. Un supereroe che non perde mai».