Va bene, ci sono la pandemia, la crisi economica e pure i piloti di Formula 1 che si inginocchiano (ma non tutti) indossando la maglietta nera del Black Lives Matter. Però la vicenda dei 180 profughi a bordo della Ocean Viking meritava forse un po’ più di attenzione.
Se ci fosse stato ancora Matteo Salvini al governo, ci sarebbe stato un gran can-can al grido di «con noi i porti rimangono chiusi». Il leader della Lega è all’opposizione, il governo è cambiato, ma i porti rimangono chiusi lo stesso e per di più sotto silenzio.
Ora che la vicenda si è sbloccata e che finalmente i profughi saranno trasferiti, pare, a bordo del traghetto Moby Zaza per la quarantena, tutti a darsi gran pacche sulle spalle. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti fa il tronfio: «I problemi si risolvono, non si cavalcano».
Altri danno la colpa per quello che è successo ai decreti sicurezza di Matteo Salvini. Nel caso specifico non c’entrano, ma pure quelli sono ancora in vigore. Se questo governo volesse davvero fare qualcosa, basterebbe che li abolisse e riaprisse i porti.
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