commissione stranieri di Padova

«Il profeta diceva di pregare nei giorni di pioggia, perché quello è il momento in cui il cielo incontra la terra. La pioggia porta con sé la meditazione» spiega Raja Iftikhar Khan, vicepresidente della Commissione per la rappresentanza delle persone padovane con cittadinanza straniera, mentre attraversiamo piazza dei Signori sotto un temporale verso un vicino bar. Il ramadan non è ancora finito, così Raja Khan offre il caffè senza ordinare nulla per sé. «Mi sono trasferito in Italia nel 1998, a Brescia. Poi mi sono spostato a Padova per lavoro e da un anno sono membro della Commissione degli stranieri del Comune» racconta.

È un uomo alto dalla voce profonda a cui piace fare battute, presentarsi alle persone e conoscerle. Vive a Padova dal 2012, lavora come informatore farmaceutico e ha molte idee per migliorare il rapporto tra i residenti autoctoni e quelli di origine straniera. Ma a breve ci saranno le elezioni comunali e il vincitore potrebbe bloccare la formazione della nuova commissione stranieri, come è successo in passato.

La storia di Raja Khan, vicepresidente della commissione delle persone con cittadinanza straniera di Padova

«Sono nato in un piccolo paesino del nord est del Pakistan, al confine con il Kashmir, un territorio in cui c’è molto conflitto», racconta. «Mi sono laureato in Medicina omeopatica, una materia che in Italia non c’è. Ho dovuto lasciare il Paese e sono finito a Brescia. Ho scelto l’Italia perché ero già stato qui durante gli studi universitari».

A Brescia è costretto a rimettersi in discussione, dimenticare la sua laurea e lavorare in una fabbrica. Non potevo né studiare né trovare una posizione di lavoro qualificata, racconta, quindi per sopravvivenza umana ho lavorato in un’azienda che costruiva bare, cosa che divertiva molto mia zia

«Continuava a dirmi: “Tu ce l’hai sempre avuta con la morte, prima facevi il medico e ammazzavi le persone, adesso le chiudi nelle bare”».

Ma il dottor Raja Khan non si è arreso e ha continuato a studiare per costruirsi una carriera: «Ho lavorato anche come pittore per un po’ di tempo e poi, quando l’azienda è fallita, sono andato in cassa integrazione. Ho colto l’occasione per studiare, ho preso la licenza di scuola media e poi ho fatto un master in amministrazione delle agenzie di viaggi. Ne ho aperta una e l’ho gestita per quattro anni, ma poi è arrivata la crisi e ho dovuto chiudere. A quel punto una mia cara amica mi ha detto: “Perché lasci la tua laurea a prendere polvere sullo scaffale? Tirala fuori”. Ho seguito il suo consiglio e alla fine sono riuscito a trovare lavoro come informatore farmaceutico qui a Padova. Ed eccomi qua».

Da maggio del 2021 Raja Khan è stato promosso responsabile di zona, “un ottimo salto di qualità”, come lo definisce lui. Si dice contento e fiero della sua carriera, ma la sua operosità non poteva restare confinata all’ambiente di lavoro: «Appena ho ricevuto la promozione, sono venuto a sapere delle elezioni per la commissione stranieri. Ho scoperto che nella vecchia commissione non c’era nemmeno un pakistano, allora ho parlato con altre persone della comunità e alla fine tutti mi hanno suggerito di presentarmi».

commissione stranieri di Padova

Una commissione ostracizzata 

La commissione che rappresenta gli stranieri di Padova dà voce a 34.304 residenti non europei, su un totale di 208.732 cittadini. «La commissione è composta da 16 membri, provenienti da tutti i continenti. Abbiamo le Filippine, il Pakistan, l’Iran, la Cina, il Senegal, il Bangladesh, la Costa d’Avorio e altri Paesi».

Noi siamo un ponte tra le istituzioni padovane e i nuovi cittadini che ancora non conoscono la città e sono a corto di informazioni, spiega il dottor Raja Khan

Racconta che negli ultimi dieci anni la commissione non ha avuto vita facile: «Le elezioni per la nostra commissione ci sono state l’anno scorso, nonostante la giunta comunale si sia insediata quattro anni prima. La giunta precedente, quella di Massimo Bitonci della Lega Nord, insediatasi nel 2014 e scioltasi nel 2016, si era opposta fermamente alla formazione della commissione. Quindi, da allora fino al 2021 non c’è stata una rappresentanza degli stranieri presso il Comune, nonostante ci sia un regolamento europeo a imporlo».

Si riferisce alla Convenzione di Strasburgo del 1992, voluta dal Consiglio d’Europa per istituire organismi consultivi rappresentativi dei residenti non europei nelle città dell’Unione europea.

«Noi non abbiamo diritto di voto ma abbiamo diritto di parola», spiega. «La presidente della commissione, Malijan Mabel, partecipa ai consigli comunali e porta le nostre istanze. Per esempio, l’anno scorso siamo riusciti a inserire nel Dup (Documentazione unica di programmazione comunale) alcune iniziative, in particolare una sulla creazione di un campo sportivo di cricket, uno sport molto popolare in India, Bangladesh, Sri Lanka e Pakistan. Noi siamo forti sul cricket, qui a Padova i ragazzi giocano. E questo ci servirà anche a togliere i giovani dalle altre attività negative, come la droga e dare loro un momento di aggregazione».

Per Raja Khan è fondamentale che i giovani ragazzi di origini straniera percepiscano la città come loro: «Mi sto personalmente interessando ad avviare un progetto con il Fai (Fondo ambiente italiano) di creazione di un gruppo di ragazzi stranieri esperti di monumenti di Padova per farli diventare guide turistiche durante le giornate di visite organizzate dal Fondo.  Questo per sorprendere i visitatori ma anche per nutrire nei ragazzi un maggior senso di appartenenza al luogo».

Padova e le difficoltà dei cittadini non europei secondo Raja Khan

Ma quali sono le criticità maggiori che una città come Padova presenta ai cittadini non comunitari? «Sono due i problemi grossi per gli stranieri, uno è la certificazione di idoneità alloggiativa e il secondo è trovare casa, perché i padovani non affittano agli stranieri», spiega. «I tempi per il rilascio dell’idoneità alloggiativa sono lunghissimi, si parla di otto mesi d’attesa. Per agevolare la stipula di contratti d’affitto, invece, si è attivato un progetto, Next to me, in cui il Comune si fa garante per la persona straniera. Ma è ugualmente difficile perché non è un problema di denaro, stiamo parlando di lavoratori che non hanno bisogno di aiuto economico ma che vengono comunque rifiutati dai proprietari».

Il futuro della commissione è incerto e tutto dipenderà dalle elezioni amministrative del 12 giugno. I candidati sindaci sono 7, tra cui il sindaco uscente Sergio Giordani, l’unica donna in corsa Francesca Gislon e per la prima volta un italiano di origini straniere, Salim El Maoued, medico di base originario della Palestina che si candida con la lista Padova per Tutti, i cui temi sono le disuguaglianze, la povertà e l’emarginazione.