Alessandra Fanzago, co-founder di Phoenix Advertising Spa. Poliedrica, si è laureata in architettura e ha fatto teatro per anni, raccogliendo intorno a sé persone con culture e competenze diverse per arricchire il suo lavoro nella pubblicità. Durante il lockdown ha coinvolto ben nove registi in varie parti del mondo per raccontare la vita durante la pandemia.
Come si chiama e quanti anni ha?
«Alessandra Fanzago, 62 anni».
Si descriva in tre aggettivi.
«Empatica, creativa, determinata».
Il suo lavoro, in una frase?
«Co-founder Agenzia di Comunicazione Phoenix Advertising Spa e Brand Curator».
Dove ha vissuto negli ultimi 10 anni?
«Torino».
Qual è l’aggettivo che meglio descrive questa estate così particolare?
«Difficile, con emozioni contrastanti. Con la riconquista della libertà, provo un sentimento di leggerezza e spensieratezza in contrapposizione all’incertezza e al timore per l’orizzonte autunnale, preoccupante sia dal punto di vista sanitario che economico».
Durante il lockdown sapevamo cosa fare: stare in casa. Adesso, invece, il futuro è più incerto: quali sono i suoi progetti per i mesi a venire?
«Continuare a presidiare le attività in corso, cogliendo ogni singola opportunità in campo».
Qual è la sfida più̀ grande che questa situazione pone alla sua attività̀ o al suo lavoro?
«Mantenimento della qualità̀ e dello spirito costruttivo dei progetti e del team che li realizza».
Qual è invece il valore o la lezione che questi mesi di chiusura le hanno insegnato?
«La resilienza e la flessibilità».
L’abitudine, il gesto o il luogo tipicamente estivo che, nei prossimi mesi, le mancheranno?
«L’abbraccio».
Il motto di NuoveRadici.world è “Navigate con noi nella società che cambia”. Le chiediamo di guardare il nostro sito e dirci qual è la storia, tra quelle che abbiamo pubblicato, che secondo lei segna il cambiamento e perché.
«’Sandro Veronesi: oltre la lingua e il nome, è giunto il momento di metterci il corpo’. In questo momento storico, ritengo che intellettuali, scrittori, donne e uomini di cultura dovranno sempre più agire ed essere coinvolti. Le intelligenze dovrebbero mettersi al servizio della società, non mettendoci più solo la mente ma anche il corpo».