«Non mi sentivo rappresentata, nessuno aveva la mia voce, la voce dei giovani italiani di origini straniere: così nasce il Festival delle Nuove Generazioni Italiane». Fatema Aktar, responsabile della comunicazione di NextGeneration, racconta così le origini del festival arrivato alla sua quarta edizione.  Dal 2018 dà voce ai giovani talenti e professionisti di origini straniere che sono anche parte dell’anima più vivace del nostro Paese. «Guardavo la tv e non vedevo nessuna personalità pubblica che potesse esprimere il mio vissuto: politici, professori, nessuno in grado di rappresentarmi». E come lei, originaria del Bangladesh, tantissimi i giovani con background migratorio che faticano a trovare modelli d’ispirazione e rimangono così rinchiusi in un futuro opaco. «C’è un disperato bisogno di spiegare a questi ragazzi che non sono destinati a fare quei lavori che gli italiani non vogliono più fare, devono sapere che possono essere la forza trainante di quello che è anche il loro Paese», spiega Fatema Aktar.

NRW sarà media partner del Festival delle Nuove Generazioni Italiane, evento autofinanziato lanciato da NextGeneration che si terrà il 18 dicembre a Bologna. Filo comune il tema della rappresentanza, espresso in un ampio ventaglio di settori che includono l’arte ma anche, per la prima volta, la politica.

Politica rappresentativa al Festival 

Nel talk di apertura del festival interverranno giovani politici con background migratorio: Ouidad Bakkali, Presidente del Consiglio comunale di Ravenna, Antonella Bundu, capogruppo in Consiglio a Firenze, Siid Negash, consigliere a Bologna e Yassine Othmane, consigliere di Fermignano.

Non abbiamo mai parlato di politica nelle scorse edizioni ma quest’anno qualcosa è cambiato. Era arrivato il momento di creare un network tra questi giovani neoeletti, bisognava lanciare un segnale, spiega Fatema Aktar

Un passo importante nell’anno record delle candidature di successo di esponenti di origini straniere, come anche noi di NRW vi abbiamo raccontato con la rubrica L’italia che cambia al voto nel corso delle elezioni municipali del 2021. Una decisione che, secondo Fatema Aktar «è maturata dopo la scorsa edizione, quando abbiamo parlato di associazionismo, di movimenti dal basso e di Black Lives Matter. Parte tutto da lì: l’intercultura funziona quando porta elementi positivi alla società. Ora che finalmente abbiamo degli esempi lampanti, è dovere di tutti metterli in luce, creare spazi che siano la casa di tutti», anche di chi tutti i giorni deve confrontarsi con la migrazione, con origini lontane e case nuove da costruire dalle fondamenta. Come fa anche NRW da una prospettiva editoriale o attraverso i confronti nei nostri workshop.

Al Festival personalità istituzionali di origini straniere

Siid Negash, consigliere a Bologna, è anche l’ex presidente di NextGeneration e ritiene che il il miglior modo di dimostrare il valore della diversità sia attraverso eventi come questo, creando legami: «Bisogna creare reti tra persone che hanno un background migratorio e hanno valore da mettere in campo, per dimostrare che il meticciato apporta valore alla comunità».

Per me questo momento è una fotografia a colori che dimostra la società che sta cambiando. La vita che viene raccontata dalla tv e dalla politica sulla migrazione si scontra con la contronarrazione di questo incontro e si dimostra per quello che è: senza fondamento

Insieme a lui ci sarà anche Antonella Bundu, capogruppo a Firenze, città in cui è nata da madre italiana a padre sierraleonese. Anche lei sottolinea il valore di una narrazione al contrario che raggiunga più persone possibile e dimostri che «il nostro sistema attuale di rappresentanza non si riflette nelle sedi istituzionali o in contesti che hanno un connotato positivo. Chi ha origini straniere viene sovrarappresentato in contesti negativi».

A Firenze l’11% di persone è di origine straniera. In Comune abbiamo un 3% fra i consiglieri comunali e nel carcere di Sollicciano il 67%. Che cosa rappresenta per me l’iniziativa? Un tassello in più nel costruire una strada alla giusta rappresentanza

Un filo comune che i relatori tratteranno anche attraverso la lente giuridica, smontando e ricostruendo un sistema di accoglienza e riconoscimento della diversity fallimentare. Othmane Yassine, nato a Casablanca e in Italia dall’età di 7 anni, è al secondo mandato da consigliere comunale a Fermignano.

 

Per lui «questo evento ha il compito di sensibilizzare sulla necessità che il legislatore ponga in essere i provvedimenti necessari per una piena tutela e parità di persone nate e cresciute in questo Paese, ma senza alcuna garanzia sul futuro».

Questo Festival rappresenta un’ottima occasione di confronto e condivisione di buone pratiche per una migliore attività di inclusione sociale e di contronarrazione del fenomeno migratorio

Le edizioni precedenti del Festival

Giunto ormai alla quarta edizione, il Festival delle Nuove Generazioni Italiane ogni anno propone un tema e invita personalità di spicco del mondo lavorativo, e quest’anno anche istituzionale. Protagonisti ma anche voci narranti, in uno sforzo atto a sradicare la prassi del raccontare l’altro, legittimando i giovani di origini straniere ad essere testimoni in prima persona, come ricorda Aktar.

Nel 2018 abbiamo iniziato con uno stampo strettamente artistico, basato sullo storytelling e la narrazione. La domanda che ci ponevamo era: italiani si nasce o si diventa?

Nel 2019 il Festival si allarga, parla di diversity management e di nuove generazioni di origini straniere nel mondo del lavoro. Poi è arrivato il coronavirus. Nel 2020, oltre a spostarsi online, il Festival ha subito una virata più introspettiva:

Durante la pandemia ci siamo chiesti, e abbiamo chiesto ai nostri relatori, cosa comportava il lockdown per chi ha famiglie con background migratorio. Spesso chi vive la doppia appartenenza è una persona diversa quando è a casa con la famiglia. Può essere problematico, estraniante oppure una riscoperta delle proprie radici. Abbiamo chiesto loro di raccontarcelo

L’impegno di NextGeneration

Quando NextGeneration ha lanciato la sua prima edizione il panorama pubblico era pressoché deserto, sono stati veri e propri precursori di una tendenza che – fortunatamente – oggi sta diventando sempre più la normalità. Ma l’impegno di NextGeneration nasce già nel 2008, a Bologna, con l’intento di promuovere l’interculturalità attraverso consulenze, eventi e progetti di inclusione sociale. Un’associazione giovane e dinamica con un occhio al digitale, in cui «si mantiene una struttura orizzontale, con una spessa rete interna e al tempo stesso lasciando lo spazio a tutti per crescere, innovare, proporre», conclude Aktar.

Al Festival delle Nuove Generazioni Italiane si parlerà di innovazione sociale, inclusione, ius soli, legge sulla cittadinanza e molto altro. Noi di NRW ci saremo, e voi?