Ormai il portone del pregiudizio contro i cinesi si è spalancato. Ma, contrariamente al Medioevo, in questo caso non è solo la menzogna verbale a volare di bocca in bocca. Siamo moderni e tecnologici, no?

E allora ecco comparire video vecchi prontamente da riciclare per il linciaggio mediatico: un bambino con gli occhi a mandorla (cinese? mah!) che mangia i girini vivi, adulti stesi a terra (morti?) per strada in Cina, qualunque video — magari nato con intenti scherzosi — ora diventa un capo d’accusa e conferma delle colpe di un intero popolo.

Siore e siori, benvenuti al mercato delle emergenze: emergenza antisemitismo, emergenza razzismo, emergenza cinesi, emergenza riscaldamento globale, emergenza migranti, e così via. Ad ognuno la propria emergenza preferita, tanto ormai siamo tutti liberali e l’individuo ha diritto di scegliere l’emergenza che più gli si confà!

Viviamo ormai un’epoca di emergenze costante. L’informazione urlata ha le sue regole e anche la politica fa la sua parte in commedia. Qualche esempio? Da sinistra urlano all’emergenza fascismo. Da destra all’emergenza invasione.

La parola d’ordine è comunque quella di enfatizzare: salvo poi criticare l’altrui schieramento di strumentalizzare la questione. In questo destra e sinistra sono perfettamente speculari. I grillini invece, non essendo né di destra né di sinistra, si differenziano: raccolgono insieme tutte le emergenze esistenti e le fanno proprie. Ma aggiungendone altre.

Per non parlare dei complottisti antiamericani, per cui tutto il male viene da oltre oceano. Quelli che ti dicono che la terra è piatta (è la NASA che ci inganna), che l’uomo non è mai andato sulla Luna (sempre l’ente spaziale statunitense che avrebbe messo su uno spettacolo a Hollywood), che il coronavirus è stato creato dagli USA per danneggiare la Cina, o che sono convinti che l’11 settembre sia un complotto statunitense o del Mossad.

L’emergenza vera, ahimè, è solo una: quella del complottismo e dei creduloni che abboccano a tutto questo ciarpame. Qualche tempo fa andava di moda l’omofobia, ricordate? Oggi non ne parla più nessuno. Già perché l’emergenza, di questi tempi, si cura solo in un modo: con l’arrivo di un’altra emergenza. Lo so, bisognerebbe fermarsi a riflettere. Ma come si fa? Siamo in emergenza…