In questi giorni di angoscia per la popolazione ucraina in fuga dal conflitto, la mobilitazione nelle città italiane è imponente ed è alto il numero di cittadini russi che condannano l’aggressione da parte della Russia mettendosi a disposizione per sostenere con vari aiuti i “fratelli” ucraini in stato di necessità.

Misure straordinarie per i profughi ucraini

Cominciano a delinearsi, anche in Italia, le coordinate per l’accoglienza, l’accesso alle cure sanitarie e lo screening vaccinale per i cittadini ucraini residenti in Ucraina fino al 24 febbraio 2022 ed in fuga dalla guerra. A questi profughi verrà rilasciato un permesso di soggiorno per protezione temporanea, uno strumento legislativo di emergenza finora mai applicato nella storia dell’Unione europea (Decisione di esecuzione UE 2022/382 del Consiglio del 4 marzo 2022).

L’Ordine degli avvocati di Milano ha attivato uno sportello telefonico di orientamento legale creato in collegamento con la Questura, l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune, le associazioni e gli operatori in campo per la gestione dell’accoglienza di chi fugge dalla guerra, dando informazioni sui permessi di soggiorno o rispetto all’affido di minori ucraini non accompagnati

Per questi ultimi, è stato inoltre creato un elenco di avvocati disponibili ad assumerne l’incarico di tutori legali.

Le ripercussioni della guerra sui cittadini russi in Italia

Oltre alle tante richieste di orientamento che riceviamo nel nostro studio Incipit da parte di molti italiani e ucraini su come aiutare familiari propri o di persone che conoscono o che lavorano per loro, sono in aumento le richieste di cittadini russi che vivono stabilmente in Italia, preoccupati per il loro futuro.

I casi sono tanti e vari e le procedure sono in continuo cambiamento. Ho ricevuto da poco la chiamata di un giovane baritono russo che assisto per convertire il suo permesso di studio in un permesso per lavoro autonomo. Si trovava alla Camera di Commercio di fronte a un funzionario che, cordialmente, mi ha informato al telefono che la richiesta di nulla osta del mio assistito, allo svolgimento dell’attività autonoma di insegnante di canto lirico, dovrà essere valutata anche alla luce delle sanzioni imposte alla Russia dall’Italia. Io sono rimasta basita ma il mio cliente non sembrava sorpreso. «Vedi, te l’avevo detto» ha sentenziato mentre io cercavo di mettere in ordine i pensieri.

Molti russi si sentono ostaggi di Putin

Non mancano le preoccupazioni dei cittadini russi per le proprie attività imprenditoriali o come dipendenti in società che spesso lavorano quasi esclusivamente con il mercato russo.

Tutti ci domandano chiarimenti sulle loro pratiche di soggiorno: dai rinnovi alle richieste di cittadinanza per naturalizzazione, dai conti in banca in Italia (già faticosamente aperti nonostante i controlli e le limitazioni) al tasso di cambio del rublo

Non ultimo, si informano sulla possibilità concreta di ricongiungere in Italia i propri familiari residenti in Russia.

La maggior parte dei nostri assistiti con passaporto russo è nata prima che si dissolvesse l’Unione Sovietica, molti sono cittadini del mondo, hanno viaggiato e studiato all’estero. Alcuni di loro sono nati in città che oggi sono scenari di distruzione e dolore, ricordano il tempo in cui non vi era differenza tra gli abitanti di Kiev e quelli di San Pietroburgo. I cittadini russi che scelgono l’Italia, nonostante il legame con la Russia sia comunque vivo, amano profondamente il nostro Paese e qui sentono di poter realizzare liberamente i loro sogni e progetti.

In questi giorni, parlando con un mio assistito russo che lavora nel mondo della moda, mi è rimasta impressa una sua frase: «La società civile russa è stata massacrata dalla dittatura di Putin, noi siamo ostaggi del nostro stesso Paese».

Foto: Lewin Bormann / Flickr