Quando penso alla storia di Jennifer Rowley, cittadina britannica, e Liliana Belletti, milanese doc, sua compagna, ho in mente il significato dei diritti civili. Si sono conosciute in Italia alla fine degli anni 70, entrambe impegnate nelle lotte contro l’aborto, il divorzio, le libertà di genere e di orientamento sessuale.
Stanno insieme dal 1983, vivono in un bell’appartamento di Milano, con una terrazza meravigliosa, in mezzo a scaffali pieni di libri, foto e oggetti interessanti. All’inizio degli anni ’90, Jennifer, “esperta di lingua inglese” a contratto nella scuola pubblica, vince il concorso per diventare insegnante di ruolo presso un istituto superiore di Milano. Ma è solo grazie ad una sentenza del tribunale di Milano che ottiene l’abilitazione all’insegnamento, al tempo riservata dal ministero dell’Istruzione ai soli cittadini e cittadine italiani. Un precedente importante che ha aperto la strada a chi è venuto dopo di lei.
Nel 2016, Liliana e Jennifer, dopo anni di convivenza e militanza nei movimenti per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, riescono a coronare il loro sogno di contrarre matrimonio (oops… unione civile), grazie alla legge Cirinnà. Con l’arrivo della Brexit, Jenny è una delle tante cittadine britanniche, residenti in Italia, che pur essendo una convinta sostenitrice del “remain”, contraria all’uscita del suo Paese dall’Unione Europea, decide di chiedere il passaporto italiano, pur di restare cittadina europea.
Jennifer si è mossa con largo anticipo rispetto alla fatidica data dell’uscita dall’UE del Regno Unito, in quel momento ancora incerta. Quando però decide di presentare la richiesta di cittadinanza italiana, che – in quanto coniuge/unita civilmente con una cittadina italiana – le spetta di diritto, il nostro Paese cambia la legge.
Il Decreto Salvini del 2018, o meglio, la sua legge di conversione, introduce la certificazione di conoscenza della lingua italiana (livello B1) per poter presentare la domanda. È una corsa contro il tempo, le sessioni di esame non sono state potenziate ed i documenti raccolti possono scadere. Jennifer supera brillantemente anche la prova di italiano ed invia la richiesta. Ora c’è solo da aspettare. Quarantotto mesi.
Incredibile. Ma ormai ci siamo, il decreto di attribuzione della cittadinanza è arrivato ad aprile, ma ha efficacia solo dopo il giuramento sulla Costituzione italiana che deve essere celebrato in Comune. Quando? Fra circa 2 mesi.
Ecco allora perché, tra questo dedalo di avvenimenti, intoppi, successi e giravolte burocratiche, la storia della neocittadina italiana Jennifer e della sua compagna Liliana, merita di essere raccontata con una video intervista, che lascerà traccia, o almeno si spera, di come si possano cambiare le cose con gentilezza e determinazione.
Buona festa della Repubblica!