Editoriale NuoveRadici.world

La tregua estiva si avvicina in un momento delicato della politica italiana. Per quanto riguarda i nostri temi, però, non ci saranno cambiamenti radicali. Proseguiranno gli sbarchi fantasma e un conseguente dibattito lunare. Ci saranno altri casi di discriminazione contro gli stranieri, ma anche ulteriori eventi sociali e culturali (che si stanno moltiplicando) dedicati all’integrazione e alla coesione sociale. Nel frattempo, il team di NuoveRadici.World è sempre più proiettato verso il futuro. Stiamo studiando nuovi format, incontri e progetti da mettere in campo con i nostri partner.

Spoileriamo: cominceremo il 2 settembre a Otranto, al Festival Giornalisti del Mediterraneo 2019,  ideato da Tommaso Forte. Saremo media partner e parteciperemo ai dibattiti sulle migrazioni, su quanto accade sull’altra sponda del Mediterraneo e sullo stato assai dolente del giornalismo italiano che però difende alcune nicchie di straordinaria qualità investigativa. E, al contempo, vi racconteremo i dibattiti e i protagonisti del Festival, arrivato alla sua undicesima edizione.

Dalla battaglia per la parità di genere nei Paesi arabi a quella per l’accoglienza in Italia, passando dal tema inevitabile del farwest sul web, l’edizione di quest’anno ospiterà anche i genitori di Giulio Regeni ancora alla ricerca della verità. Vi parleremo anche di mafia nigeriana  perché fra i protagonisti del Festival ci sarà il sociologo e scrittore Leonardo Palmisano, autore di Ascia Nera (Fandango) : il primo saggio dedicato alla mafia che dall’Africa si è diffusa e radicata in modo capillare in Italia e in Europa. Affronteremo il nodo irrisolto del caporalato: una piaga mai risolta che in questi giorni è riemersa dopo le aggressioni ad alcuni migranti, presi a sassate a Foggia. 

La newsletter  si interrompe oggi fino al 22 agosto, ma il nostro sito web sarà sempre aggiornato con lo storytelling sui nuovi cittadini. Per la tregua estiva apriremo anche gli archivi e selezioneremo le storie più belle raccolte dall’inizio del nostro viaggio nelle pieghe dell’integrazione e della società interculturale.

A settembre rilanceremo la nostra sfida narrativa con più forza, perché si sta aprendo più di una frattura nel pensiero unico: la polarizzazione del dibattito sulle migrazioni e rimozione dei cambiamenti che si stanno verificando sotto i nostri occhi comincia a mostrare qualche segno di cedimento.

Vi sembrerà strano, ma è così. La demagogia sull’invasione e i danni prodotti dall’immigrazione illegale si sta gradualmente indebolendo. Certo, non si può fermare il vento con le mani o svuotare il mare con un secchiello, ma abbiamo dimostrato che è possibile fare un’informazione corretta e portare molte persone a cambiare lo sguardo. Nel giro di pochi anni, quando migliaia di minorenni figli di stranieri diventeranno cittadini italiani, il tema delle nuove generazioni entrerà per forza nell’agenda politica. E noi lavoriamo perché accada in modo costruttivo, senza conflittualità eccessiva. Continuate a seguirci e a interagire con noi perché non vi lasceremo in pace e vi solleciteremo anche durante la tregua estiva per rammentarvi la sfida che ci resta. 

Damir Eskerica: «Da profugo a Ceo? Le sfide nella vita ti costringono a dare il massimo»

Torniamo a parlare con il Ceo di Moroso, eccellenza del design, per raccontare la sua storia personale di ex profugo. Partendo dall’assedio di Sarajevo. Di Cristina Piotti.  

Nessuno ritorna a Baghdad

Il long read di questa settimana è dedicato al libro scritto da Elena Loewenthal. Racconta l’odissea degli ebrei arabi nel corso del Novecento, che affidano le loro radici alla memoria: un bagaglio prezioso che non può andare perduto. A cura di Fabio Poletti. 

Natasha Siassina: «Sono nata nel Paese sbagliato»

Nata a San Pietroburgo e col desiderio di fare impresa sin da ragazzina, ci ha raccontato perché, tra le attività che ha avviato una volta immigrata in Italia, fra cui il suo brand di abbigliamento Tailor’s Art Revolution T- Art Rev, c’è un’associazione che tutela le donne maltrattate provenienti dall’Est Europa e svela un lato oscuro dell’immigrazione da quei Paesi. Di Giulia Parini Bruno.